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OICE e ANCE ribattono a Draghi sul Bonus110: servono regole e certezze!


Dure reazioni da parte di un’ampia parte di Confindustria alle parole del Premier sul Superbonus: ma quale sarà davvero il suo futuro prossimo?


Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi sui problemi del Superbonus, hanno messo in subbuglio il mondo delle costruzioni. Che chiedono regole e certezze. Lo fa l’OICE l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria e di contro naturalmente anche l’ANCE, l’Associazione nazionale dei costruttori edili. Ecco quali sono le posizioni sul futuro del Superbonus dopo l’uscita di Draghi a Strasburgo.


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Superbonus, l’OICE chiede regole certe

“Necessarie regole certe e soluzioni rapide per i serissimi problemi di gestione – spiega l’OICE in una nota di commento alle parole del premier Draghi  – prima di pensare all’eventuale revisione del 110%; imprese, professionisti e società di ingegneria rischiano problemi serissimi”.

Per Gabriele Scicolone, Presidente dell’Associazione, “si può concordare con il Presidente Draghi sul fatto che lo strumento agevolativo, pensato due anni e mezzo fa per ridare slancio al settore delle costruzioni e delle professioni, duramente colpiti dalla pandemia, e incentivare l’efficientamento energetico, oggi, in un mutato contesto, evidenzia problemi di congruità complessivi sui quali si potrà anche intervenire. Ma dal punto di vista dei progettisti, che hanno responsabilità straordinarie e senza precedenti all’interno delle attività connesse all’attuazione del Superbonus, lancio un grido di allarme forte e chiaro: occorre certezza delle regole e soluzione ai tanti problemi applicativi che stiamo incontrando e che, al di là del tema dell’aumento dei materiali, rendono critica e al limite del collasso la posizione di tutti i soggetti coinvolti”.

Le problematiche quotidiane del Superbonus

Per Fabio Tonelli, Coordinatore del Gruppo OICE Superbonus, “oltre ai problemi di una schizofrenica normativa fatta di continue modifiche e integrazioni, evidenziamo come si siano rallentate fortissimamente le pratiche in corso; oggi l’espletamento di una pratica d’approvazione di cessione è passato dai 30/45 giorni medi dei mesi scorsi ai 90/120 giorni. Parallelamente sono aumentati i costi di cessione visto che oggi il pricing medio è pari al 12/13% per i crediti a cinque anni, contro il precedente 8/10%. Infine ci viene segnalata la sospensione di ogni accordo quadro di cessione con plafond programmato: oggi si può chiedere alle banche un accordo firmato di cessione per ogni singolo SAL. 
Il governo con l’ultimo decreto è andato incontro almeno ad alcune delle richieste del mondo bancario, ma ancora oggi non si comprende bene se sia ritenuto sufficiente o meno. È certo che se, nell’immediato futuro, gli istituti di credito, non riapriranno agli acquisti, molte imprese, professionisti e società d’ingegneria coinvolti nel Superbonus 110% rischieranno il fallimento gravissimi danni economici”.

ANCE: il clima di incertezza fa male al Superbonus e all’Italia intera

“Cittadini e imprese sono preoccupati per questo clima di incertezza che regna intorno al Superbonus 110 e che rischia di bloccare migliaia di lavori già partiti o in procinto di partire, creare enormi contenziosi e di far fallire centinaia di operatori”, sottolinea il Presidente Ance Gabriele Buia. 

“Non è possibile rimettere continuamente in discussione norme già in vigore: ci dicano una volta per tutte cosa si intende fare di questa misura ”, aggiunge Buia, il quale nella sua nota non cita direttamente il premier Mario Draghi, ma è chiaro come le dichiarazioni fatte durante la plenaria del Parlamento europeo rischiano di avere un impatto molto ampio su una serie di scelte economiche, non solo politiche del futuro prossimo dell’agire quotidiano del Paese.

“I dati forniti finora dall’Agenzia delle Entrate dimostrano, peraltro, chiaramente che la gran parte delle irregolarità riscontrate in questi mesi riguarda altri bonus meno regolamentati e per i quali fino a poco tempo fa non erano richiesti neanche dei prezzari di riferimento a differenza del Superbonus 110 per il quale vigono fin da subito norme piuttosto stringenti”.

“Chiediamo quindi un chiarimento e un intervento da parte del Governo”, prosegue Buia, “per evitare il caos e rischiare gravi contraccolpi economici e sociali, di cui il Paese non ha certo bisogno in questo momento, garantendo il rispetto delle scadenze definite e delle norme in vigore”.

Il Presidente dei costruttori ricorda inoltre che l’Ance chiede da tempo un provvedimento per la qualificazione delle imprese necessario, a maggior ragione, “quando si usano soldi pubblici, sul modello di quello già adottato per i lavori di ricostruzione nel cratere del Centro Italia” e indispensabile per garantire “massimi standard di sicurezza e professionalità nei cantieri.

Bisogna evitare di far pagare a cittadini e imprese oneste – conclude Buia – la cui unica colpa è di essersi fidate di una legge dello Stato, il costo di eventuali sprechi e irregolarità”.

Fonte: teknoring