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Secondo Ance la gestione del Superbonus è un disastro!


Ance: Molti contratti rischiano di saltare e con l’esaurimento del plafond delle banche molte imprese non avranno la possibilità di scontare il credito.


Acque (ancora) agitate per il Superbonus 110%. La detrazione fiscale per determinate tipologie di interventi edilizi naviga a vista tra Scilla e Cariddi, cioè tra la chiusura delle banche alla cessione del credito (da ultime, i colossi Unicredit e Intesa San Paolo) e l’ennesima controversa modifica legislativa che introduce una nuova opzione per le banche. Completa la tempesta perfetta nell’edilizia, il caro materie prime, con l’impennata dei prezzi in seguito alla guerra in Ucraina.


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La proliferazione delle finte società di costruzioni

Per il Presidente dell’Ance Gabriele Buia la gestione del Superbonus “è un disastro: molti contratti rischiano di saltare e con l’esaurimento del plafond delle banche molte imprese non avranno la possibilità di scontare il credito”.

Una situazione creata, secondo Buia, dal proliferare di 11.600 nuove società iscritte alle Camere di Commercio con il codice Ateco delle costruzioni ma “che nulla hanno a che fare con il comparto delle costruzioni”, le quali hanno saturato il mercato creando dumping e speculazione. 
Ance propone di “allungare per qualche altro anno la possibilità di usufruire del Superbonus” e di trasferire sul bonus le regole del cratere del terremoto del Centro-Italia dove, “il denaro pubblico viene elargito solo a imprese qualificate”.

La quarta cessione e la qualificazione dei cessionari

Sul piano legislativo, è all’esame del Senato la conversione in legge del cd decreto Bollette (dl n. 17/2022); in particolare, il nuovo testo dell’art. 29-bis, che consente una ulteriore cessione del credito di imposta, con riguardo alle sole banche, in relazione a crediti per i quali è stato esaurito il numero delle possibili cessioni, ed a favore dei soggetti che abbiano stipulato un contratto di conto corrente, senza possibilità di porre in essere ulteriori cessioni.

Il Servizio Bilancio del Senato esprime dubbi su tale disposizione, che non fornisce garanzie circa l’affidabilità dei nuovi soggetti cessionari. In sostanza, la disciplina delle opzioni delle detrazioni fiscali risulterebbe incoerente e contraddittoria, rispetto all’obiettivo dichiarato di contrasto alle frodi nel settore. Infatti, risulterebbe che:

  1. la prima cessione può essere effettuata dal beneficiario dell’agevolazione fiscale anche in favore di un soggetto non qualificato;
  2. la seconda e la terza cessione sono consentite solo a banche, intermediari finanziari, assicurazioni;
  3. la quarta cessione potrà essere effettuata solo da una banca a favore di soggetti qualificati (in assenza di ulteriori specificazioni normative) solo dal fatto di esserne correntisti.

Una disciplina a dir poco bizzarra, che Ance e Confindustria vorrebbero più semplice e flessibile, puntando sulla qualificazione delle imprese esecutrici dei lavori piuttosto che su quella dei cessionari del credito; in ogni caso, appare opportuno che il Governo valuti la ragionevolezza e la coerenza della nuova norma, nel quadro complessivo della tormentata materia dei bonus fiscali. Materia in continua evoluzione: con il prossimo decreto di sostegno all’economia, infatti, il termine del 30 giugno 2022 per agevolare gli interventi in edifici unifamiliari (con almeno il 30% di avanzamento lavori) potrebbe essere posticipato di qualche mese.


Fonte: teknoring