Computa & Compara News

Ecco come potrebbero cambiare Superbonus e cessione del credito


Via libera al Def. Nella risoluzione inserite una serie di richieste in tema di proroga al Superbonus e allentamento dei limiti per la cessione dei crediti.


Via libera al DEF 2022. Vediamo le principali novità sul fronte dei bonus per l’edilizia.

Camera dei Deputati e Senato della Repubblica hanno dato il via libera alla risoluzione che approva la relazione del governo al Parlamento sul Documento di Economia e Finanza (Def).

Il testo contiene anche una serie di richieste che cambiano il Superbonus. Le novità erano già stata anticipate qualche giorno fa dai deputati del Movimento 5 Stelle che avevano fatto sapere che “il Governo ha già assicurato ai deputati la sua disponibilità a introdurre la proroga in un provvedimento da emanare in questi giorni” e che la specificazione sulla percentuale era “necessaria per evitare di mettere ulteriormente i bastoni fra le ruote a questa tipologia di interventi”.

Nella risoluzione con la quale è stato approvato il DEF 2022, la maggioranza ha comunque inserito una lunga lista di richieste al Governo. Non solo Superbonus e cessione dei crediti. Sono previste anche misure di contrasto al caro-energia al potenziamento del bonus sociale contro la povertà alimentare al sostegno a favore di lavoratori giovani e donne. Per far fronte a tutte queste esigenze, la risoluzione impegna il governo a valutare un nuovo “scostamento di bilancio, ovvero un aumento del deficit”.


Sponsor Computaecompara.it

DEF 2022 e Superbonus villette: proroga in vista

Ad oggi, chi vuole usufruire dell’agevolazione deve assicurarsi che il 30% dei lavori sia effettuato entro giugno.

Sia i proprietari che le diverse associazioni di categoria, da tempo hanno evidenziato che a causa della mancata proroga molti lavori sarebbero rimasti incompiuti, anche perché proprio per tali tipologie di immobili, il Governo non aveva previsto alcuna proroga.

Finalmente la risoluzione approvata impegna il Governo a prorogare il termine attualmente previsto”. Il testo precisa inoltre che “la percentuale del 30% dell’intervento complessivo” deve essere riferita “al complesso dei lavori e non ai singoli lavori oggetto dell’intervento“.

DEF 2022 e cessione del credito: meccanismo da rivedere

L’articolo 29-bis inserito dalla Camera dei deputati nel decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17  – cosiddetto “Decreto Bollette” – modifica la disciplina dell’utilizzo di alcune agevolazioni fiscali mediante sconto in fattura e cessione del credito.

In particolare, si eleva da tre a quattro il numero di cessioni effettuabili con riferimento ai predetti crediti di imposta disponendo che le banche, ove abbiano esaurito le possibili cessioni, possano effettuarne una ulteriore in favore di soggetti titolari di conto corrente.

La finalità della norma è da rinvenirsi sulla possibilità di consentire, esaurite le possibilità di cessione, una ulteriore negoziazione da parte delle sole banche, già cessionarie di crediti di imposta, ed in favore dei soggetti con i quali hanno stipulato contratti di conto corrente.

Su questa nuova formulazione il servizio Bilancio del Senato ha suggerito “di svolgere un approfondimento in conseguenza dei numerosi interventi che si sono succeduti nel tempo”.

Consentire la cessione anche a istituti diversi da banche e assicurazioni

Ma non solo, a lanciare l’allarme è stato anche il Deputato Fraccaro che aveva già paventato il rischio di un ulteriore blocco del meccanismo della cessione del credito: “la capienza fiscale delle banche si è esaurita e dopo le banche minori anche gli istituti di credito maggiori, come Intesa san Paolo e Unicredit, hanno annunciato di non poter più acquisire crediti derivanti dai bonus edilizi. Una situazione che getta nello sconforto migliaia di imprese che rischiano il fallimento pur avendo il cassetto fiscale pieno di crediti”.

Proprio per evitare un ulteriore blocco, la risoluzione chiede anche al Governo di allentare i limiti per la cessione dei crediti edilizi, consentendola a istituti diversi da banche ed assicurazioni. Quindi, ampliare la platea al fine di poter far fronte più facilmente alle domande di cessione di credito pervenute ed avere una normativa volta ad evitare frodi e scongiurare il blocco dei cantieri.

I deputati del M5S dicono che “l’obiettivo dev’essere quello di dare respiro a una misura che ha già mostrato di coniugare vantaggi e risparmi per le famiglie, aumento dei posti di lavoro e tutela dell’ambiente”.

L’apertura del Mef alle cessioni multiple

Sempre in tema di cessione del credito, nella risposta a una interrogazione in commissione Finanze della Camera, il MEF riconosce la possibilità di effettuare la cessione dei crediti fiscali anche a società di gestione di risparmio, società di investimento a capitale variabile e a capitale fisso e società di intermediazione immobiliare.

Il sottosegretario per l’economia e le finanze, Federico Freni, ha risposto ieri in commissione Finanze della Camera rispondendo all’interrogazione 5-07901 Currò, ha riconosciuto la possibilità di effettuare la cessione dei crediti fiscali anche a società di gestione di risparmio, società di investimento a capitale variabile e a capitale fisso e società di intermediazione immobiliare.

Quindi, secondo il MEF, Sgr, Sicaf, Sicav e Sim (se appartenenti a un gruppo bancario) sono da considerarsi intermediari finanziari abilitati all’acquisto di crediti d’imposta derivanti da bonus edilizio dopo la prima cessione.

Fonte: teknoring