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Come sarà il 2023 per i professionisti tecnici?


Dal nuovo Codice dei Contratti al PNRR; dall’equo compenso alle infrastrutture sino all’efficienza energetica e al Superbonus. Sono tanti gli impegni che caratterizzeranno il 2023.


Come sarà il 2023 per i professionisti tecnici?

Quali le sfide da affrontare e gli appuntamenti più importanti?

Sono tante le tematiche di stretto interesse che coinvolgono i professionisti.

A cominciare dal nuovo Codice dei Contratti, che entrerà in vigore il 1° aprile ma che sta creando tante polemiche.

Un’altra battaglia sarà quella sull’equo compenso, in stallo dopo la caduta del Governo Draghi ma che sarà ripreso dal nuovo Esecutivo. E poi le sfide del PNRR, dell’efficienza energetica e dell’edilizia sostenibile. In ambito infrastrutturale, il 2023 sarà davvero l’anno dei cantieri, come sostiene il ministro Salvini? 

Impossibile dimenticare poi due questioni davvero spinose: la prima concerne i Superbonus e la cessione dei crediti.

Qui si gioca molto il mercato dell’edilizia. E poi, l’urgenza delle misure per cercare di governare l’emergenza climatica, che ancora una volta mette in evidenza tutta la fragilità del nostro Paese. Ecco una carrellata dei principali temi che caratterizzeranno il 2023.



Il Codice dei Contratti Pubblici

Le date ci sono già. Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici entrerà in vigore il 1° aprile 2023.

Le disposizioni del codice, con i relativi allegati, eventualmente già sostituiti o modificati ai sensi delle relative disposizioni, saranno efficaci dal 1° luglio 2023. 229 articoli, suddivisi in cinque “libri”.

Come aveva detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che aveva chiesto di “tagliare metà del testo”, l’obiettivo è “velocizzare e sburocratizzare”. 

Le critiche non mancano. Tra le lacune del nuovo testo, stando a professionisti ed associazioni di settore, la centralità del progetto che sparisce dai processi di trasformazione del territorio.

E ancora, l’apertura ad un uso generalizzato dell’appalto integrato e all’ambiguità sul metodo di calcolo dei corrispettivi spettanti ai professionisti: La domanda è: ci sarà il tempo – e la volontà – per migliorare il Codice?

L’equo compenso per i professionisti

“Il cuore della nostra battaglia politica”: così hanno definito i vertici del Consiglio Nazionale degli Ingegneri l’approvazione della legge sull’equo compenso.

Una “battaglia di civiltà” per i professionisti. Che ormai va avanti da diversi anni ma che non trova mai la quadra. Il 2023 sarà l’anno buono?

Anche perché si parte da una base solida, questa volta. Vale a dire il disegno di legge che annota tra i vari firmatari proprio il Premier, Giorgia Meloni. Un testo presentato lo scorso ottobre alla Camera ma che poi si è arenato con l’addio al Governo Draghi. 

La buona notizia è che il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, partirà proprio da quel testo.

La proposta di legge stabiliva, nella sua ultima versione, che l’equo compenso dovesse essere applicato dalle imprese con almeno 50 dipendenti e con almeno 10 milioni di fatturato annuo. Probabili alcuni aggiustamenti in itinere.

L’anno dei cantieri

Ripartono i cantieri. Il Cipess (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) ha approvato 4,55 miliardi di euro per investimenti del Contratto di programma Anas, rendendo disponibili i fondi stanziati dalla Legge di Bilancio 2022.

Il 2023 sarà l’anno delle nuove opere, con 21 interventi immediatamente cantierabili per un investimento complessivo di oltre 2,3 miliardi di euro e 29 interventi con avanzato stato di progettazione per un valore investimento di altrettanti 2,3 miliardi di euro. 

Ma non solo: al via il maxi piano da 23 miliardi di euro stipulato dal Mit e da RFI per lo sviluppo e la manutenzione della rete ferroviaria da Nord a Sud.

Investimenti importanti – oltre 41 milioni di euro – per la riqualificazione dei porti.

Insomma, le infrastrutture si rimettono in moto: i professionisti avranno un ruolo strategico nell’opera di ammodernamento del Paese.

L’emergenza climatica

Se il 2022 per l’Italia è stato l’anno nero del clima, il 2023 dovrà essere quello del cambio di passo, capace di adottare misure efficaci per evitare che gli eventi meteo-idrogeologici si trasformino in tragedie, come successo a Ischia e nelle Marche, solo per citare i casi più eclatanti. Il primo passo da compiere?

Come sostengono Legambiente e associazioni ecologiste varie, dotarsi finalmente di un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.

Il provvedimento, pubblicato sul sito del Mase, sarà oggetto di consultazione pubblica, come previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica. 

L’ultima versione è ferma al 2018: per evitare nuove tragedie, ecco la necessità di uno strumento di programmazione “essenziale per un Paese come il nostro, segnato da una grave fragilità idrogeologica”, come sostiene il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

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Superbonus e cessione crediti: il ruolo dei professionisti

Dopo l’ipertrofia normativa degli anni passati, il 2023 dovrà essere l’anno della stabilizzazione del mercato.

Il nuovo anno porta con sé molte novità e scadenze anche per il superbonus 2023.

Il Decreto Aiuti Quater prevede la riduzione dell’aliquota dal 110 al 90%, per i condomini e le villette familiari.

I vincoli sono stringenti. Novità anche per la cessione del credito e i bonus edilizi. Lo stesso Decreto Aiuti Quater permette di utilizzare i crediti oggetto di comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre scorso nell’arco di 10 anni. 

Importanti anche le scadenze in programma. La prima riguarda entrambe le opzioni di fruizione del credito dell’agevolazione: la cessione del credito e lo sconto in fattura. 

Entro il 16 marzo 2023 dovranno essere inviate le comunicazioni delle opzioni per le spese sostenute nel 2022.

Basterà questo a rilanciare il mercato ed evitare il collasso di aziende e professionisti?



Il Ponte sullo Stretto

Periodicamente torna di attualità la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Nell’audizione dello scorso dicembre alla Commissione Ambiente del Senato, per illustrare le linee programmatiche del Dicastero, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, è stato chiaro: il ponte è “opera di preminente interesse nazionale”.

Un’infrastruttura che dovrebbe eliminare, tra l’altro, 140 mila tonnellate di CO2. Il percorso per riattivare la Società pubblica incaricata di costruire il ponte è già inserito nella legge di bilancio varata dal Governo.

Tanti i problemi da risolvere, però: l’ente, costituito nel 1981 da Anas (81,84%), Rete ferroviaria italiana (Rfi), Regione Calabria e Sicilia, è in liquidazione dal 2013 e chiede 300 milioni allo Stato per le attività svolte, mentre continua il contenzioso legale con i fornitori non pagati. Il 2023 sarà l’anno giusto per apporre la prima pietra?

Il PNRR e le opere da realizzare

Fondamentali le scadenze 2023 per l’attuazione del PNRR, con il settore delle costruzioni coinvolto nella realizzazione di 108 miliardi di euro di investimenti (circa la metà del Piano).

La programmazione e ripartizione dei fondi è quasi completa.

Ad oggi, 96 miliardi risultano allocati ai territori. Ma il passaggio alla spesa effettiva sta riscontrando alcune difficoltà. Ora bisogna accelerare. 

Entro il 2023 saranno affidati circa 20 miliardi di euro di investimenti. Tra i nodi che mettono a rischio la realizzazione del PNRR, oltre al “caro materiali”, la capacità ammnistrativa e progettuale degli enti pubblici, soprattutto del Sud. 

Tra gli obiettivi, l’aggiudicazione degli appalti per la gestione del rischio alluvione e idrogeologico; la realizzazione di ciclovie, metropolitane e filovie nelle città metropolitane; infrastrutture idriche primarie.

Infine, l’avvio dei lavori per la costruzione e la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia.

Efficienza energetica ed edilizia sostenibile

Obiettivo efficienza energetica, anche per combattere il caro bollette.

L’Unione europea ha raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta REPowerEU, il piano ideato in risposta alle difficoltà del mercato energetico mondiale causate dall’invasione russa dell’Ucraina.

L’obiettivo è rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione diversificando l’approvvigionamento energetico.

Nel nostro Paese, nasce la prima Roadmap per la decarbonizzazione e la trasformazione sostenibile in edilizia. Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e circolarità al 2050, in linea con le ambizioni del Green Deal Europeo, bisogna compiere un passo alla volta. 

Il 2023 dovrà esser l’anno del primo tassello: decarbonizzare gli edifici. Tutti, compresi quelli esistenti, dovranno contribuire con zero emissioni di carbonio nella fase d’uso.



fonte: teknoring