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I professionisti chiedono equo compenso per tutti i rapporti contrattuali


In vista dell’approvazione al Senato, emergono ancora forti criticità sulla DPL 3179. Ecco le posizioni dei professionisti.


Maggiore tutela dei diritti dei professionisti, adeguando lo strumento a tutti i rapporti contrattuali e alle piccole e medie imprese. Sono ricominciate le audizioni in Commissione Giustizia del Senato in merito alla discussione del disegno di legge sull’equo compenso.

La PDL 3179 “Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali”, presentata dai deputati Giorgia Meloni (FdI), Jacopo Morrone (Lega) e Andrea Mandelli (FI), lo scorso ottobre ha incassato l’ok della Camera. Ora, il provvedimento dovrà passare all’esame del Senato. Per i professionisti permangono alcune criticità da limare. Hanno partecipato alle audizioni, tra gli altri, i rappresentanti di Confprofessioni, del CUP (Comitato Unitario delle Professioni), della Rete delle Professioni Tecniche. Vediamo che cosa è emerso.

Equo compenso e Confprofessioni

Secondo Confprofessioni, il testo ha bisogno di alcune modifiche. Tra queste, il campo di applicazione della disciplina che dev’essere esteso anche ai rapporti di natura non convenzionale. Si tratta della maggior parte degli incarichi attribuiti ai professionisti. Incomprensibili poi le sanzioni che incombono sui professionisti.

“La previsione di una responsabilità deontologica sanzionabile in via disciplinare dagli Ordini non solo condanna chi ha subito un compenso iniquo, ma paradossalmente impedirà ai professionisti di intentare un’azione civile”, ha detto Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni.

Da rivedere la facoltà concessa agli Ordini di stipulare i modelli di convenzione: “Si attribuiscono agli Ordini compiti di tutela degli interessi economici della categoria che sono estranei alle loro funzioni” ha ribadito Stella.

CUP e rapporti contrattuali

E’ necessario applicare l’equo compenso a tutti i rapporti contrattuali e alle piccole e medie imprese, adeguando la previsione alla realtà del tessuto socio-economico del Paese. 

E’ questo il punto di vista dei rappresentanti del Comitato Unitario delle Professioni. Per quanto concerne le pubbliche amministrazioni, occorre ribadire la soggezione alla disciplina del Pubblico, vietando prestazioni professionali con assenza di compenso. In tal senso, andrebbe aggiunta la previsione che “le pubbliche amministrazioni non possono conferire incarichi professionali senza alcuna remunerazione”.

Ma non solo: per il CUP è importante rimuovere l’ingiustificata esclusione degli agenti della riscossione e delle società veicolo di cartolarizzazione. Infine, è opportuno chiarire che la disciplina dell’equo compenso si applica anche ai rapporti instaurati “prima dell’entrata in vigore della normativa, purché ancora in corso di esecuzione, restando fuori solo i soli rapporti ormai conclusi”.

RPT e massimi ribassi

L’equo compenso deve tutelare tutti i professionisti, anche quelli non organizzati in Ordini e Collegi. Soprattutto, abbiamo bisogno che la legge venga approvata rapidamente”. È questa la posizione del Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche Armando Zambrano.

Sul fronte pubblica amministrazione si sottolinea l’assoluta urgenza di promuovere un regolamento per disciplinare nel dettaglio i limiti e gli obblighi in capo alle PA che devono rispettare il diritto all’equo compenso per i professionisti.  Fondamentale poi, prevedere una forma regolamentare che disciplini, calmierandoli, “i ribassi previsti dalle procedure di appalto per tenere alta ed adeguata la qualità della prestazione professionale”.

Un passaggio obbligato, secondo Zambrano, sarà uniformare le tante leggi regionali che stanno dando attuazione all’equo compenso. Riattivando il Nucleo di monitoraggio istituito al Ministero della Giustizia le cui competenze di verifica e segnalazione dovrebbero essere ampliate.

Adepp e CoLAP

Secondo Adepp, l’Associazione deli enti previdenziali privati, “talvolta il committente, o il datore di lavoro, più ostico è proprio quello pubblico”. Durissima, invece, la presa di posizione di Emiliana Andreucci, Presidente di CoLAP, Coordinamento delle Libere Associazioni Professionali.

 “Il testo del disegno di legge sull’equo compenso è confuso, incoerente e inappropriato. Non solo non verrà garantita una tutela, ma anzi sarà definita un’impostazione vessatoria nei confronti dei professionisti assolutamente ingiustificabile. Dopo anni di attesa, in sostanza, ci troviamo con un testo che non è adeguato e che rischia di portare più svantaggi che benefici”.

E ancora: “L’impianto normativo è complesso, occorre rivedere il modello di riferimento per renderlo più semplice. Si rischia di creare discriminazioni maggiori di quelle esistenti. L’applicazione delle tutele, inoltre, è prevista in un momento successivo alla contrattazione”.


Fonte: teknoring