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La crescita degli studi professionali durante la pandemia: i dati del Mef


Analisi del Centro Studi CNI sui numeri ministeriali. Alla base dell’exploit, anche l’avvio dei Superbonus: ma è proprio così?


Nel 2020, rispetto al 2019, vi è stata una crescita del volume d’affari del 45,7% per gli studi professionali di ingegneria e architettura. 

Flessione del 10,23%, invece, per i titolari di partita Iva. Un dato davvero interessante, quello estrapolato dal Centro Studi del CNI in merito ai numeri forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi 2020.

In piena pandemia, dunque, i professionisti hanno resistito. Gli analisti del Mef sottolineano che la crescita del volume d’affari degli studi di ingegneria e architettura potrebbe essere legata al Superbonus 110%.

Insomma, il 110 ha davvero risolto gran parte dei problemi di molti professionisti, permettendo di creare occupazione e sviluppare economia?

Le opinioni, in tal senso, sono contrastanti. Partiamo dai numeri per poi approfondire la questione.


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Studi professionali e Superbonus

I numeri, dicevamo. Dalle dichiarazioni fiscali per l’anno di imposta 2020 relative a 4.155.357 contribuenti IVA, emerge una flessione del volume d’affari del 10,23%.

In linea con la flessione del Pil di quasi il 9%. Su 22 settori produttivi in cui si distribuiscono le partite Iva, solo 3 hanno registrato un incremento del volume d’affari.

In particolare, le “Attività professionali, scientifiche e tecniche” hanno segnato una crescita del 2,9%, seguite dal comparto dei Servizi di informazione e comunicazione. Ma il dato più eclatante è il seguente. 

Il Mef evidenzia che il comparto con il maggiore exploit di volume d’affari risulta essere, proprio nell’anno della grande recessione, quello delle “Attività degli studi di architettura e ingegneria-collaudi e analisi tecniche”.

La crescita è del 45,7%, primo in assoluto, seguito dal +40,7% dei Servizi postali e attività di corriere.

Studi professionali e lockdown

E’ corretto, dunque, pensare che l’incremento del volume d’affari degli studi di ingegneria e architettura possa essere connesso all’avvio delle agevolazioni fiscali sugli interventi di efficientamento energetico, a partire dal Superbonus 110%?

Secondo il CNI i fattori concomitanti potrebbero essere due: da un lato la diffusa propensione degli studi professionali a riprendere piccoli e grandi lavori in sospeso subito dopo il primo lockdown. Cercando nuove commesse anche in ambito pubblico grazie alla forte ripresa dei bandi di gara.

Dall’altro lato, certo, l’avvio delle prime progettazioni con Superbonus 110% a novembre e dicembre 2020. Secondo il CNI, dunque, il comparto SIA, tra mille difficoltà, ha mostrato un’interessante capacità di reazione.

“Utilizzando fino in fondo tutti gli strumenti a disposizione per tamponare una situazione che nella prima parte dell’anno 2020 era apparsa improvvisamente drammatica”.

Il parere del CNI

Armando Zambrano, Presidente del CNI, sostiene che “La crescita delle attività degli studi di ingegneria e architettura in un anno drammatico come il 2020, restituisce l’immagine di un comparto nel quale molti professionisti hanno potuto fare affidamento solo sulle proprie competenze”.

Dando un peso importante ai Superbonus, capaci di sospingere “l’effetto crescita”.

Agevolazioni che “hanno attivato un processo espansivo necessario al Paese in una fase drammatica, nonostante il Governo oggi esprima un’opinione diversa che noi rispettiamo, ma su cui chiediamo un confronto.

Proprio i dati del Mef dimostrano che se i provvedimenti sul recupero del patrimonio edilizio non ci fossero stati, la fase recessiva sarebbe stata peggiore di quello che si è rivelata.

Questo dovrebbe almeno far pensare quanto meno a rimodulare l’operatività dei Superbonus dopo il 2025”.

Superbonus: percorso ad ostacoli

Un percorso però non tutto piano, quello dei Superbonus. Ma ricco di salite, ostacoli e stop inaspettati.

A cominciare dalla ipertrofica produzione di norme, gabelle e note per cercare di regolamentarli al meglio ma che non hanno fatto altro che aumentare la mole burocratica.

A carico soprattutto dei professionisti. Passando poi per i comportamenti fraudolenti di chi voleva approfittarsi di fondi e agevolazioni, facendo nascere dall’oggi al domani piccole imprese senza le necessarie competenze.

Comportamenti che hanno portato all’emanazione successiva del cosiddetto “Decreto Antifrodi”. E poi la stretta sulla cessione del credito che, come sottolinea Confedilizia “ha ingessato il settore, con proprietari di casa che non sono più in grado di trovare imprese disposte ad eseguire i lavori”.

Tanta confusione, conditi da messaggi fuorvianti (“Superbonus per tutti, lavori di ristrutturazione gratis”) che di certo hanno rallentato il mercato. Insomma: Superbonus, fu vera gloria?


fonte: teknoring