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Secondo i dati Ance le costruzioni trainano la crescita del Pil


Dati Osservatorio congiunturale: la crescita nel 2021 arriva al 16,4%. Per il 2022, dubbi sull’attuazione degli obiettivi del PNRR.


Dopo la pandemia, l’Italia torna ad essere tra i principali Paesi Ue in termini di sviluppo. Un risultato ottenuto soprattutto grazie al mercato delle costruzioni, che ha rappresentato oltre un terzo della crescita del Pil del +6,5% nel 2021.  A confermarlo, i dati dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’Ance – febbraio 2022. Continua il percorso di crescita intrapreso ad inizio del 2021. La stima dell’Ance per lo scorso anno è di un significativo incremento del +16,4%. Il confronto con il 2019, anno pre-pandemico, rimane positivo (+9,1%). Secondo Ance, “La crescita del 2021 consentirà di recuperare i livelli pre Covid, dopo la flessione del -6,2% registrata nel 2020”. Rimane, tuttavia, ancora elevato il gap produttivo con l’inizio della crisi settoriale: -28,8% di investimenti rispetto al 2007, con una perdita di 60 miliardi annui di investimenti in costruzioni.


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Ance: la ripresa del mercato delle costruzioni

Interessante l’indice Istat della produzione nelle costruzioni. Nel 2021 ecco un consistente aumento del 24,3% rispetto all’anno precedente. Un dato figlio di tassi mensili di crescita a doppia cifra. Leggera flessione solo nel mese di agosto, con un aumento della produzione a un tasso più contenuto (+1,7% rispetto ad agosto del 2020). “Considerando il complesso del 2021 – si legge nel report -, la produzione delle costruzioni ha recuperato pienamente non solo la flessione del 2020, ma risulta superiore del 14,3% al livello registrato nel 2019”. Positivi anche i dati sui permessi di costruire riferiti ai primi 9 mesi del 2021. In particolare, per il comparto residenziale, si registra una crescita del 28% per le nuove abitazioni concesse, mentre per il non residenziale l’aumento risulta pari al 19,5%.

Sale l’occupazione

Trend positivo anche per l’occupazione. Nei primi 11 mesi del 2021, secondo il monitoraggio della CNCE su 114 casse edili/edilcasse, il numero di ore lavorate è cresciuto del 26,7% rispetto allo stesso periodo del 2020. I lavoratori iscritti sono aumentati dell’11,8%. A sua volta, l’anno pandemico si era chiuso con un risultato di -8,6% di ore lavorate e di un +3,7% di lavoratori iscritti. Bene anche i dati sulla forza lavoro. Nei primi 9 mesi del 2021, ecco un aumento degli occupati nelle costruzioni (dipendenti e indipendenti) del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2020. Un recupero, tuttavia, “ben lontano dal compensare la consistente caduta dei livelli occupazionali accumulata in dieci anni di grave crisi settoriale”. La stima è di oltre 600 mila posti di lavoro persi nelle costruzioni.

La carenza di manodopera

Nell’anno passato, è emerso anche un ulteriore fenomeno, generalizzato a tutti i settori economici ma particolarmente intenso nelle costruzioni. Stiamo parlando della carenza di manodopera specializzata. Tale gap tra domanda e offerta, “rischia seriamente di frenare la ripresa economica”. Secondo i dati Excelsior, nelle costruzioni ben il 40% dei profili richiesti è di difficile reperimento; prima della pandemia (2019) lo stesso rapporto era del 28%. In altri termini, in due anni, “il mismatch tra domanda e offerta nelle costruzioni è aumentato di ben 12 punti percentuali”. Il doppio di quanto accaduto per l’insieme dei settori economici (dal 26% nel 2019 al 32% del 2021). Per alcune figure professionali, inoltre, la difficoltà di reperimento è molto più elevata della media. Ne sono un esempio gli “installatori di impianti di isolamento e insonorizzazione” (57,2%) e i tecnici e elettricisti relativi a costruzioni civili (quota vicino al 55%).

Opere pubbliche

Il consistente aumento dei livelli produttivi è generalizzato a tutti i comparti e risulta trainato soprattutto dalla manutenzione straordinaria abitativa e dalle opere pubbliche. Relativamente alla nuova edilizia residenziale, la stima Ance è di un aumento del 12% in termini reali. Per gli investimenti in recupero abitativo, giunti a rappresentare il 37,5% del totale settoriale, si registra un segno particolarmente positivo: +25%. Una stima che tiene conto degli eccezionali incentivi per la ristrutturazione e riqualificazione del patrimonio abitativo: il bonus facciate al 90%, il Superbonus 110% e gli altri bonus “ordinari”. Un ruolo fondamentale l’hanno avuto i meccanismi di cessione del credito e dello sconto in fattura, che hanno permesso di limitare l’impegno finanziario da parte dei cittadini.

Mercato delle costruzioni: il Superbonus

Con riferimento al Superbonus, ad esempio, i dati del monitoraggio Enea-Mise-Mite sono illuminanti: il 2021 si è chiuso con quasi 96 mila interventi, per un ammontare corrispondente superiore ai 16 miliardi (dei quali 11,2 riferiti a lavori conclusi). Gli investimenti privati in costruzioni non residenziali, segnano un aumento del +9,5%. Anche per il comparto delle costruzioni non residenziali pubbliche si evidenzia una crescita consistente: +15% nel 2021 rispetto all’anno precedente. Un dato che, come si legge nel rapporto dell’Ance, tiene conto “delle misure a sostegno degli investimenti pubblici messe in campo dal Governo negli ultimi anni soprattutto a favore degli enti territoriali”. Oltre all’avvio e al potenziamento dei lavori in corso per alcune importanti opere infrastrutturali.

Mercato costruzioni: previsioni 2022

La previsione dell’Ance per il 2022 è di un lieve aumento degli investimenti in costruzioni del +0,5% rispetto al 2021. Un risultato che risente del mancato apporto espansivo della manutenzione straordinaria per la quale si stima una flessione del -8,5%. “Il dato deriva dal momentaneo blocco delle cessioni dei crediti, che investe non solo il Superbonus ma anche i bonus ordinari. Inoltre, si ricorda che per le unifamiliari la proroga del Superbonus è condizionata all’aver realizzato al 30 giugno almeno il 30% dei lavori, con il conseguente ridimensionamento di questo segmento di mercato”.

Altro capitolo, gli investimenti nella nuova edilizia abitativa: la previsione è di un incremento del 4,5% rispetto al 2021, mentre per il non residenziale privato del 5%. Comparto opere pubbliche: la stima è di un aumento dell’8,5%, spiegato principalmente dalle aspettative di utilizzo delle risorse del PNRR.

PNRR e criticità

Tuttavia, l’avanzamento del PNRR si scontra con alcune criticità. In primo luogo, come già evidenziato, il “caro materiali. Nonostante i recenti interventi governativi (DL Sostegni-ter 4/2022), le misure “non sembrano ancora risolvere efficacemente tutte le problematiche”. Le misure compensative previste appaiono insufficienti a scongiurare il rischio di un fermo dei cantieri. Inoltre, la questione riguarda anche i lavori di prossimo affidamento, i cui progetti sono stati redatti sulla base di prezzari lontani dai correnti prezzi di mercato. “E’ necessario un adeguamento dei prezzari e degli importi a base d’asta”, ammonisce l’Ance. A ciò si aggiunge la scarsità di manodopera e di figure professionali necessarie per realizzare le opere. Infine, emergono dubbi sulla reale capacità delle norme introdotte dal Governo di accelerare le fasi autorizzative e i tempi di cantierizzazione delle opere e sulla capacità amministrativa degli enti territoriali di gestire gli interventi.

Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’Ance – febbraio 2022 è qui disponibile in free download



Fonte: teknoring