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Ance: caro materiali e mancanza di manodopera come criticità del PNRR


Il report dei Costruttori edili dipinge un quadro altalenante con diverse incognite che rischiano di inficiare l’efficacia del Piano.


PNRR tra criticità e buone prospettive. Il punto di vista di Ance

Un quadro “altalenante”. Così l’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili, definisce, nel suo recente report, lo stato di avanzamento del PNRR. Performance contrastanti: bene nel settore delle infrastrutture, gravi ritardi nella digitalizzazione. Il report evidenzia soprattutto due grandi incognite: il rincaro dei materiali sulle opere e la carenza di manodopera. In tre mesi e mezzo si è passati dal 50 all’81% delle risorse assegnate. Con il documento, pubblicato, l’Ance fornisce un aggiornamento del dossier del 1° ottobre 2021. Delle 6 Missioni previste dal PNRR, ecco la percentuale delle risorse territorializzate: M1 Digitalizzazione, Innovazione, competitività e cultura 43%; M2 Rivoluzione verde e Transizione ecologica 79%; M3 Infrastrutture per mobilità sostenibile 98%; M4 Istruzione e ricerca 70%; M5 Inclusione e coesione 83%; M6 Salute 71%.

Ance e PNRR

La distribuzione regionale dei fondi del PNRR e l’individuazione dei progetti finanziati prosegue a ritmo sostenuto. Attualmente, dei 108 miliardi di euro destinati al settore delle costruzioni, 87,3 miliardi, pari all’81% (lo scorso ottobre erano 55,7 miliardi, pari al 56,7%), è possibile individuare i territori nei quali le risorse europee produrranno effetti in termini di investimenti realizzati. La distribuzione geografica delle risorse è chiara. La maggior parte delle risorse vanno al Mezzogiorno e al Nord, rispettivamente con 37,3 miliardi (43%) e 36 miliardi (41%). Al Centro solo 14 miliardi (16%). Le regioni che ospitano i maggiori investimenti sono la Campania con 10,4 miliardi di euro, la Lombardia con 10 miliardi, la Sicilia con circa 8,4 miliardi e il Veneto con 7,5 miliardi. Rispetto alla precedente ricognizione, emerge il risultato della Lombardia che, tra ottobre e gennaio, ha registrato un aumento di quasi 4 miliardi di investimenti.

Missione 2 e Superbonus

Le risorse risultano concentrate maggiormente nella Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (38%) che comprende, tra gli altri, gli interventi attivati attraverso il Superbonus 110% al 31 dicembre 2021. Oltre alla ripartizione regionale dei programmi di investimento, piccoli e medi, dei comuni. Investimenti concentrati anche e nella Missione 3 “Infrastrutture per la mobilità” (31%), con importanti collegamenti ferroviari in avanzata fase di programmazione. Proprio le risorse della Missione 2 hanno registrato un forte aumento, rispetto al precedente dossier. Pari a 15,5 miliardi: di questi, ben 6,5 derivano dall’incremento degli investimenti finanziati con il Superbonus 110%. Segue la Missione 5, su inclusione e coesione, con circa 7 miliardi in più, grazie ai provvedimenti di ripartizione delle risorse destinate alla rigenerazione urbana. Tra questi, i Piani Urbani integrati (2,7 miliardi) e il Piano rigenerazione urbana dei comuni (3,4 miliardi).

PNRR criticità, il punto di vista di Ance

In generale, lo studio realizzato dall’Ance evidenzia un “apprezzabile” impegno del Governo nella fase di programmazione e distribuzione delle risorse. Tuttavia, emergono alcune criticità che rischiano di vanificare gli sforzi prodotti, mettendo a rischio la realizzazione degli investimenti entro il 2026. La prima nota dolente riguarda le fasi autorizzative e i tempi di cantierizzazione. Da questo punto di vista, “permangono incertezze sulla reale capacità di accelerazione dei tempi prevista per le opere del PNRR in base agli ultimi provvedimenti”. Una seconda criticità – quella principale – riguarda il problema del “caro materiali” che sta mettendo in ginocchio il settore delle costruzioni e rappresenta un serio pericolo per la realizzazione delle opere del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e, quindi, per la ripresa dell’economia italiana.

Il caro materiali

Una seconda criticità – quella principale – riguarda il “caro materiali” che sta mettendo in ginocchio il settore delle costruzioni. Sul tema, il Governo ha già adottato provvedimenti d’urgenza con riferimento ai lavori eseguiti nel primo semestre 2021 ed è prevista una proroga anche per quelli realizzati nel secondo semestre. Queste misure sono “assolutamente insufficienti a scongiurare il rischio di un fallimento del programma infrastrutturale del PNRR”. Come si legge nel rapporto Ance, infatti, la questione inciderà maggiormente “sui lavori di prossimo affidamento, i cui progetti sono stati redatti sulla base di prezzari lontani dai correnti prezzi di mercato”. Senza l’adeguamento dei prezzari e degli importi a base d’asta, per questi lavori, saranno “compromesse non solo la possibilità di partecipazione alle gare da parte di molte imprese, ma soprattutto la garanzia del regolare avanzamento delle opere da realizzare e quindi il rispetto dei cronoprogrammi stabiliti”.

PNRR criticità: mancanza di manodopera

Un altro problema concerne la scarsità di manodopera e di figure professionali necessarie per realizzare le opere. Secondo Ance servono almeno 265.000 unità, tra operai, impiegati, professionisti e tecnici specializzati. Tutte le criticità presentate incideranno sui tempi di realizzazione degli investimenti che, notoriamente, in Italia sono di gran lunga superiori ai 5 anni scarsi previsti per la realizzazione del PNRR. Stando ai dati della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad esempio, per realizzare opere pubbliche di importo superiore ai 100 milioni di euro occorrono in media quasi 16 anni. Solo per la fase di affidamento ed esecuzione sono necessari quasi 9 anni e mezzo.


Fonte: teknoring