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Aumento prezzi edilizia: in arrivo 1,6 miliardi per la compensazione


Le richieste saranno valutate entro un mese in base all’ordine di invio.
Ance: meccanismo di compensazione troppo lento


Per contrastare l’aumento dei prezzi in edilizia, la parola d’ordine è fare presto.

È questo lo spirito del DM 1° febbraio 2023 del Ministero delle Infrastrutture, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che regola l’accesso alle risorse aggiuntive del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche.

Ma è anche la richiesta avanzata dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) che segnala il caro materiali tra le cause che fanno slittare il cronoprogramma degli investimenti finanziati dal PNRR.

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1,6 miliardi per l’aumento dei prezzi in edilizia

Il Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche è stato istituito nel 202°.

Per contrastare l’aumento dei prezzi dei materiali, la Legge di Bilancio per il 2023 ha incrementato la sua dotazione di 1,6 miliardi di euro: 1,1 miliardi per il 2023 e 500 milioni per il 2024.

Il DM 1° febbraio 2023 regola l’accesso alle risorse aggiuntive, fissando tempi celeri per la definizione delle procedure.

Il decreto fissa infatti quattro finestre temporali per la richiesta delle risorse aggiuntive, che deve essere avviata dalle stazioni Appaltanti.

L’aspetto di rilievo, per professionisti ed imprese alle prese con l’aumento dei prezzi, è che il Ministero delle Infrastrutture deve decidere se concedere o no l’incremento delle risorse entro un mese dalla domanda.

Ma non solo, perché il Mit deciderà secondo l’ordine di presentazione delle domande.

Ecco che, in una situazione di cantieri fermi per l’aumento dei prezzi in edilizia, la tempestività è decisiva.

Aumento dei prezzi in edilizia: i lavori che otterranno le risorse aggiuntive

A beneficiare delle risorse aggiuntive, stanziate per adeguarsi all’aumento dei prezzi dei materiali edili, saranno:

- gli appalti di lavori e gli accordi quadro aggiudicati sulla base di offerte scadute il 31 dicembre 2021, relativamente alle lavorazioni contabilizzate o annotate dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023;
- gli appalti di lavori e gli accordi quadro aggiudicati sulla base di offerte con termine di presentazione tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022 che non hanno beneficiato delle risorse del Fondo per l’avvio delle opere indifferibili relativamente alle lavorazioni contabilizzate o annotate dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023;
- gli appalti di lavori gestiti da Ferrovie dello Stato e Anas nel caso in cui non vengano applicati i prezzari regionali aggiornati.
Per questi lavori, le Stazioni Appaltanti potranno seguire 4 finestre temporali:
- 1° aprile 2023 - 30 aprile 2023;
- 1° luglio 2023 - 31 luglio 2023;
- 1° ottobre 2023 - 31 ottobre 2023;
- 1° gennaio 2024 al 31 gennaio 2024.

Il mese di tempo, a disposizione del Mit per deliberare l’erogazione delle risorse utili a compensare l’aumento dei prezzi, decorre dalla chiusura della finestra temporale.



Ance: l’aumento dei prezzi in edilizia rallenta il PNRR

L’Ance, intervenuta lunedì 6 marzo in audizione in Commissione Bilancio del Senato sul ddl per la conversione del nuovo Decreto PNRR, ha sottolineato che, secondo la Nota di aggiornamento al DEF 2022, tra il 2020 e il 2022 la spesa pubblica attivata dal PNRR ha raggiunto 20,5 miliardi di euro, contro 33,7 miliardi previsti ad aprile scorso.

Il ritardo, sostengono i costruttori, è dovuto a diversi fattori, tra cui l’eccezionale aumento dei prezzi delle materie prime in edilizia.

Si tratta di un tema che, lamenta l’Ance, non viene affrontato nel Decreto PNRR, ma che dovrebbe essere introdotto sotto forma di emendamento durante la conversione in legge.

Secondo l’Ance, il meccanismo di compensazione dell’aumento dei prezzi in edilizia ha tempi troppo lunghi. In base ai dati forniti da Ance, risulta che a gennaio 2023 è stato pagato solo:
- il 13% dei fondi per il secondo semestre 2021;
- il 2% dei fondi per il periodo gennaio - luglio 2022.

Per i fondi relativi al periodo agosto – dicembre 2022 risulta iniziata l’istruttoria. Per le opere non finanziate dal PNRR ci sono inoltre 11mila domande per le quali l’istruttoria deve ancora iniziare.

Questo significa, per l’Ance, che le imprese aspetteranno ancora anni prima di essere ristorate contro l’aumento dei prezzi e che c’è il rischio di imminente blocco delle opere in esecuzione.


fonte: edilportale