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Bonus edilizi, CNA: 50mila imprese in difficoltà nella cessione dei crediti


Indagine degli artigiani: ammontano a più di 5 miliardi i crediti nei cassetti fiscali ancora da monetizzare.
Oltre il 50% delle aziende ha crediti superiori a 100mila euro.


Sui bonus edilizi il quadro è davvero preoccupante.

Sono quasi 50mila le imprese della filiera delle costruzioni (edilizia, impianti e serramenti) che accusano molte difficoltà nella cessione dei crediti legati ai bonus per la riqualificazione degli immobili.

La conseguenza è il notevole peggioramento delle condizioni finanziarie proposte dai potenziali acquirenti.

La fotografia tutt’altro che rassicurante emerge da un’indagine realizzata da CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato.

I dati dono in evidente deterioramento rispetto alla precedente rilevazione dello scorso maggio.

Ma non solo: stando ai dati CNA, ammonterebbero ad oltre 5 miliardi di euro i crediti nei cassetti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione. 

Un volume raddoppiato rispetto alla scorsa primavera.



Bonus edilizi e cessione dei crediti: nessuno li vuole

L’indagine rivela un altro dato emblematico: arriva al 75% la percentuale delle imprese con cassetto fiscale pieno da almeno 5 mesi. Basti pensare che era il 35% a maggio.

Un balzo incredibile. Inoltre è aumentata la platea delle imprese che detiene crediti superiori a 100 mila euro: dal 45 al 54,5% del totale. 

Già, perché per le imprese sta diventando sempre più difficile individuare soggetti disposti ad acquisire i crediti legati ai bonus per l’edilizia.  

CNA spiega che il 27,4% delle aziende rileva negli ultimi mesi un atteggiamento diverso da parte degli intermediari.

Oltre la metà delle imprese in difficoltà ha ricevuto offerte di acquisto da parte di soggetti diversi dagli intermediari finanziari ma soltanto l’8% a condizioni in linea con le attese.

Tant’è vero che il 42% delle offerte presenta condizioni molto penalizzanti.

Interventi straordinari

E’ ormai un dato di fatto: i canali tradizionali sono sempre più indisponibili ad acquistare i crediti, lasciando spazio a soggetti che speculano sulle difficoltà delle imprese del settore.

E’ una vera e propria reazione a catena, visto che oltre la metà del campione dichiara che sta ritardando il pagamento dei fornitori. 

Ma non solo: più del 40% stenta a pagare tasse e imposte, 6 imprese su 10 sta pensando di sospendere i cantieri aperti e l’86% afferma che non ne aprirà di nuovi.

Dall’indagine risulta che solo il 7% delle imprese che ha difficoltà con i crediti fiscali è disponibile a riconoscere ancora lo sconto in fattura.

Tutte le altre non lo faranno e tra queste quasi il 70% prevede una significativa riduzione del mercato di riferimento.

Ecco perché CNA rinnova l’invito al Governo “ad assumere un intervento straordinario per consentire a decine di migliaia di imprese di svuotare i cassetti fiscali”.

La legge di bilancio 2023

Professionisti, operatori e associazioni di categoria concordi nell’affermare che bisogna procedere a una riforma strutturale di tutte le agevolazioni fiscali.

Alle recenti consultazioni sul disegno di legge di conversione “Decreto aiuti Quater”, in Senato, sono state nette le prese di posizione degli attori coinvolti nella filiera.

Per Confartigianato bisogna sbloccare il meccanismo dei crediti edilizi aumentando la capacità fiscale delle banche, prevedendo la possibilità di un “compratore di ultima istanza”, a controllo pubblico. 

Rete Professioni Tecniche (RPT) chiede di rendere strutturali i bonus edilizi attraverso un programma pluriennale.

Ance, invece, chiede di sbloccare immediatamente la cessione dei crediti fiscali per tutti i cantieri già avviati. Intanto, nel testo della legge di bilancio 2023 depositata alla Camera, non vi è traccia di articoli specifici sul superbonus e sulla cessione del credito.


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fonte: teknoring