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Superbonus: per Bankitalia costa troppo e l’aliquota va abbassata


Alle condizioni attuali, la misura si ripagherebbe a partire dal 2100. Pubblicato lo studio sui costi-benefici degli investimenti green del PNRR.


Il Superbonus assorbe 13,95 miliardi di euro del PNRR e dovrebbe ridurre le emissioni di CO2 di 0,667 milioni di tonnellate entro il 2027. Dati che Bankitalia non considera soddisfacenti.

Nello studio “Costs and benefits of the green transition envisaged in the Italian NRRP. An evaluation using the Social Cost of Carbon”, che misura i costi-benefici degli investimenti del PNRR per la sostenibilità, la Banca d’Italia ha giudicato la misura inefficiente dal punto di vista economico e affermato che l’incentivo deve essere rivisto.

Superbonus, transizione verde e rilancio economico

Lo studio di Bankitalia fa una panoramica sulla natura della detrazione, spiegando che l’intero costo della detrazione è legato al clima, quindi contribuisce pienamente al raggiungimento dell’obiettivo previsto dalla Commissione Europea, che richiede di destinare alla transizione verde almeno il 37% del piano totale.

Secondo Bankitalia, oltre a ridurre le emissioni, il Superbonus punta a stimolare l’attività economica nel settore delle costruzioni, gravato dalla crisi, e ha probabilmente un ampio moltiplicatore fiscale.



Superbonus, per Bankitalia costa troppo

Secondo Bankitalia, però, con l’aliquota al 110%, il Superbonus è molto costoso. Alle condizioni attuali, la misura riuscirebbe a ripagarsi a partire dal 2100.

Se le banche abbassassero i tassi al 2%, la misura si ripagherebbe a partire dal 2067.

Lo studio di Bankitalia si chiede quindi se, con un’aliquota di detrazione inferiore, sarebbe possibile raggiungere gli stessi obiettivi di riduzione delle emissioni.

Lo studio ipotizza una detrazione con un’aliquota al 40%. Supponendo che il bonus, a queste condizioni, innescasse lo stesso numero di ristrutturazioni, il suo costo scenderebbe a 5 miliardi di euro.

La misura sarebbe economicamente più sostenibile e ci sarebbero altre risorse da destinare a misure più efficienti.


Superbonus, si va verso la rimodulazione?

Il Superbonus drena sia risorse europee sia nazionali. A livello europeo, per il Superbonus sono stati messi a disposizione 13,95 miliardi di euro del PNRR e 4,56 miliardi di euro del Fondo complementare, arrivando a 18,51 miliardi complessivi.

livello nazionale, sono stati stanziati 14,5 miliardi di euro con il Decreto Rilancio, che ha istituito il Superbonus a maggio 2020, quindi un anno prima del PNRR, e con le norme che successivamente lo hanno integrato e modificato.

Si arriva così ad un totale di 33,3 miliardi di euro stanziati.

Il Superbonus ha innescato un gran numero di investimenti. Solo per gli interventi di efficientamento energetico, l’Enea alla fine di settembre 2022 ha stimato un costo di 56 miliardi a carico dello Stato, a fronte di investimenti ammessi alla detrazione pari a 51 miliardi di euro.

Le risorse sembrano insufficienti per far fronte alla domanda, ma le opinioni sul reale impatto del Superbonus sono contrastanti.

Se il Governo uscente ha sempre considerato la misura insostenibile, gli addetti ai lavori, tra cui costruttori ed esponenti del mondo delle professioni, hanno sottolineato il ritorno economico per lo Stato come maggiori entrate e in termini sociali.

Il nuovo Governo, guidato da Giorgia Meloni, dovrà fare una scelta. Il punto di incontro potrebbe essere la rimodulazione dell’incentivo, con un’aliquota più bassa, differenziata in base ai risultati raggiunti e all’edificio su cui si realizzano i lavori.

Anche i costruttori, sostenitori dell’efficacia e dell’efficienza del Superbonus, nell’ambito della Filiera delle costruzioni si sono mostrati consapevoli della necessità di rivedere l’incentivo.


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fonte: edilportale