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Superbonus: quanto costa davvero allo Stato? Risponde uno studio Ance


L’analisi dei costi ed effetti economici di un intervento-tipo porta a quantificare che, se lo Stato spende 57 miliardi per i bonus, ne incassa, direttamente, 26 miliardi, ovvero il 47% della spesa complessiva.


Il Superbonus 110% che costi ha per lo Stato?

Uno studio dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) calcola l’impatto, sul gettito dello Stato, del Superbonus 110%, considerando i soli effetti diretti che derivano dai cantieri coinvolti dagli interventi, e determinando, in modo del tutto prudenziale, le maggiori entrate nel bilancio dello Stato che derivano dai redditi pagati agli operai di quei cantieri, dai prodotti utilizzati, dalle parcelle dei professionisti e dai redditi degli imprenditori.

Una valutazione ponderata sul Superbonus 110%

Per valutare gli effetti positivi degli investimenti agevolati dagli incentivi fiscali del Superbonus, l’Ance ha quantificato gli effetti diretti degli interventi, ovvero quelli generati dalle risorse impiegate per i lavori e per l’acquisto dei materiali, quelli indiretti, cioè relativi agli scambi successivi alla realizzazione degli interventi stessi, per esempio i consumi che derivano dei redditi prodotti, e gli effetti indotti, vale a dire gli effetti che continuano a produrre scambi anche a distanza di tempo, lo studio utilizza modelli econometrici rigorosi e complessi, con semplificazioni necessarie a “modellizzare” i comportamenti degli operatori (imprese e famiglie) coinvolti negli interventi.

Il primo passo, riportato nello studio dell’Ance, è stato quello di definire un intervento-tipo, che comprendesse le caratteristiche progettuali più ricorrenti, per identificare le diverse componenti economiche che concorrono alla sua realizzazione.

Successivamente, per ciascuna delle attività del progetto (isolamento di pareti e tetto, impianti di riscaldamento, serramenti, impianto fotovoltaico, ecc.), è stata stimata la componente lavoro e la componente “prodotti”, così da isolare gli effetti determinati dai salari pagati ai lavoratori e dalla remunerazione degli altri fattori della produzione.  

Il terzo passaggio è stato stimare i comportamenti dei diversi percettori di redditi (imprese, professionisti, lavoratori), in modo da valutare i successivi impieghi di questi redditi in consumi, risparmio e investimento.

Ciascuno di questi impieghi, infatti, determina effetti economici positivi per l’erario, in termini di maggiore IVA, imposte sui redditi, contributi, ecc. In termini di effetti, il modello si limita a considerare gli effetti diretti e indiretti, senza considerare le conseguenze che, a cascata, si producono nell’economia. Sono, invece, considerati gli effetti che derivano dalla minor spesa, per le famiglie, relativa ai costi energetici e dall’aumento di valore degli immobili riqualificati.

Il modello empirico: capitolato lavori per efficientamento energetico in un condominio

L’analisi parte della costruzione di un capitolato di lavori per un intervento di efficientamento energetico su un edificio condominiale, di importo di 1 milione di euro.

L’intervento si compone di interventi trainanti (isolamento termico delle superfici opache e sostituzione di impianto di climatizzazione invernale con pompa di calore) e trainati (sostituzione di serramenti, impianto fotovoltaico e di accumulo dell’energia prodotta).

Le singole componenti (acquisto materiali, lavorazioni, prestazioni professionali) presentano diverse quote di lavoro retribuito e di beni acquistati.

In questo modo è possibile definire, col maggior dettaglio possibile, la natura dei percettori di redditi derivanti dall’intervento.

Applicando dei semplici coefficienti, si riesce a pervenire alla spesa e, di conseguenza, all’attivazione economica del sistema.

Il risultato individua i diversi processi di attivazione di scambi economici, dai quali derivano entrate dirette o indirette per il bilancio pubblico.

Gli “interventi-tipo” realizzati per ottenere il Superbonus

L’intervento-tipo, rientrante tra le agevolazioni previste dal Superbonus 110%,  viene suddiviso nelle singole lavorazioni previste e, per ciascuna, viene determinato il relativo costo.

Il risultato è un capitolato che configura i valori di ripartizione delle singole lavorazioni che compongono il totale dell’intervento.

In questo modo, il computo metrico costituisce un parametro di ripartizione dei costi per singole lavorazioni degli interventi, nel modo seguente:

  • isolamento termico: 31,7%
  • impianti e materiali: 21,1%
  • progettazione: 9,7%
  • serramenti: 9,3%
  • IVA: 9,1%
  • opere edili: 8,7%
  • ponteggi: 8,1%
  • sicurezza: 2,3%
Successivamente, per ciascuna lavorazione è stato calcolato il costo della manodopera impiegata nel cantiere, dei professionisti coinvolti e dei materiali acquistati. 

Ad esempio, la componente “Opere Edili”, di importo pari a 622.022€, è stata scomposta nelle singole componenti di costo, per determinare l’attivazione di gettito per lo Stato. 

I 227.279 € di redditi lordi pagati ai lavoratori producono imposte sui redditi per 84.512€, contributi Inps per 73.845€, Inail per 24.615 €.

I redditi netti, inoltre, producono una spesa per consumi dei percettori pari a 204.551€, la quale produce un incasso IVA mediamente pari a 30.683€.

Lo stesso procedimento è stato calcolato sulla componente “Materiali”.

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L’ulteriore ripartizione, quindi, porta a suddividere un intervento per le singole componenti in grado di attivare effetti positivi per l’erario.

 Su questa base, è possibile considerare il volume di investimenti attivati e di quelli che, si stima, verranno attivati entro la scadenza dell’incentivo (2023 al 110%, 2024 al 70% e 2025 al 65%), e moltiplicarne il valore per i coefficienti individuati, determinando gli effetti complessivi del provvedimento:
  • prodotti e impianti: 440.000€
  • stipendi: 280.000€
  • parcelle: 110.000€
  • IVA: 100.000€
  • materiali edili: 70.000€

Gli effetti complessivi del Superbonus 110% sulle entrate dello Stato

Partendo da una stima di circa 1,3 milioni di unità abitative coinvolte nel Superbonus e una corrispondente spesa agevolata di 57,4mld fino al 2028, le entrate nel bilancio dello Stato ammontano a 25,8 miliardi.

A queste entrate “dirette” si sommano quelle derivanti dall’effetto reddito (minor spesa delle famiglie per consumi energetici) e dall’effetto ricchezza (maggior spesa per l’aumento di valore degli immobili).

In conclusione, l’analisi dell’Ance porta a quantificare che, se lo Stato spende 57 miliardi per i bonus, ne incassa, direttamente, 26 miliardi, ovvero il 47% della spesa complessiva. Il costo effettivo a carico del bilancio dello Stato è pari al 53% (530 milioni) e che il 47% dei crediti fiscali rientra all’erario come nuove tasse, IVA e contributi vari (470 milioni).

Sulla base di questi dati, Ance calcola che a fine giugno 2022, sui 35,2 miliardi di lavori già avviati e 38,7miliardi di detrazioni previste a fine lavori, 18,2miliardi rientreranno direttamente nelle casse dello Stato.

Lo studio dell’Ance Superbonus 110%, quanto costa davvero allo Stato? è disponibile qui di seguito in free download.


fonte: teknoring