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Le osservazioni e le proposte di Anac sul Ddl Concorrenza


Per favorire la concorrenza tra le municipalizzate, occorre più libero mercato e meno affidamenti diretti.


Municipalizzate, serve più libero mercato e meno in-house. E’ questo, in estrema sintesi, il concetto espresso da Giuseppe Busia, Presidente di Anac, pubblicando una serie di osservazioni in merito al Ddl Concorrenza in discussione in questi giorni al Senato. Per favorire maggiore concorrenza anche nei servizi pubblici gestiti dalle municipalizzate, occorre che il Ddl faccia chiarezza. Specificando che, prima di ricorrere ad assegnazioni di appalti e concessioni in-house, le stazioni appaltanti devono fornire precise motivazioni di convenienza economica e sociale che portano a scegliere l’in-house, invece della gara. “La richiesta – spiega Busia – è motivata dai dati sul ricorso agli affidamenti a società controllate dalle amministrazioni. Il ricorso all’in-house porta gli enti locali ad assegnare fino al 93% degli affidamenti diretti, lasciando alle gare per i servizi una quota irrisoria, pari soltanto al 5% del totale”.


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Ddl Concorrenza, il punto di vista Anac

Il Codice dei contratti pubblici già prevede per le amministrazioni locali la necessità di spiegare le ragioni del ricorso a società controllate. Per l’Autorità, che gestisce l’elenco delle società in-house, le motivazioni legate agli affidamenti diretti devono dare conto della convenienza economica di non fare la gara e di non ricorrere al libero mercato. Ma non basta. Busia esorta il parlamento ad inserire “un termine di 30 giorni, durante i quali sarà possibile valutare l’adeguatezza delle ragioni delle amministrazioni ed eventualmente impugnare il ricorso all’in-house”. Altra incombenza: far confluire tali affidamenti nella Banca Dati Nazionale dei contratti pubblici dell’Anac. “Questo per permettere un confronto sulla convenienza, guardando come sono realizzati i servizi sul mercato, e a quale prezzo. In tal modo aumenterà la trasparenza e così, alla fine, si incentiveranno le scelte dirette a offrire servizi migliori ai cittadini”.

Concessioni demaniali

Altro capitolo importante, la concessione relativa alle aree demaniali. L’Anac intende rafforzare il Ddl. L’obiettivo è garantire la concorrenza tra gli operatori economici e la qualità delle prestazioni, semplificando le procedure e standardizzando la documentazione di gara. Ecco perché l’Autorità propone un emendamento all’art. 3: “L’Autorità adotta bandi tipo relativi alle procedure di affidamento delle concessioni e stipula protocolli di vigilanza collaborativa su richiesta delle amministrazioni concedenti”. “Si tratta di risorse importanti e servizi essenziali, dall’elettricità al gas, passando per il trasporto pubblico locale e i rifiuti – aggiunge Busia -. Una parte fondamentale dell’economia nazionale e locale. Bisogna far sì che gli affidamenti siano fatti in modo conveniente, in caso contrario si rischiano danni e perdite”.

Concorrenza e sanità

Importante anche il contributo di Anac in ambito sanitario. La concorrenza, per Busia, va incentivata anche sui prezzi dei farmaci. “Già verifichiamo i prezzi di riferimento di beni e servizi, evitando alle amministrazioni di dover fare ricerche di mercato. Questo viene fatto da Anac anche riguardo ad alcuni principi attivi, posti alla base dei farmaci. Chiediamo che venga applicato il criterio del prezzo di riferimento elaborato da Anac sui vari prezzi dei farmaci, garantendo così importanti risparmi alle aziende sanitarie, come abbiamo fatto per i dispositivi per il diabete”. Inoltre, Anac chiede di estendere a tutti i responsabili delle strutture sanitarie l’ambito delle incompatibilità ora in vigore solo per i direttori generali, i direttori amministrativi, i direttori sanitari, inserendo tale dispositivo nel Ddl Concorrenza. Una misura per evitare palesi conflitti di interesse.

Ddl Concorrenza, Anac: Autorità indipendenti

Ultima questione, la disciplina sulle nomine nelle autorità amministrative indipendenti. Anac condivide in pieno l’obiettivo di fondo del Ddl Concorrenza, vale a dire elaborare delle procedure di designazione improntate alla massima trasparenza. Garantendo la preventiva pubblicità dei curricula. Il metodo proposto però è farraginoso, secondo l’Autorità. In particolare, il comma che concerne la nomina di una “Commissione tecnica per la selezione delle candidature a presidente e componente delle autorità amministrative indipendenti. La commissione dovrebbe individuare una lista di almeno 4 candidati per ogni membro da nominare. Un meccanismo che “può rallentare notevolmente le procedure di nomina”. Amplificando i ritardi nel rinnovo di organi fondamentali “che si sono verificati anche nel recente passato”.


Fonte: teknoring