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La Corte dei Conti chiede più controlli sul Superbonus


Secondo l’autorità contabile è necessario attivare una campagna straordinaria di vigilanza nel settore dell`edilizia. Esclude inoltre una proroga sul lungo termine.


Proroga Superbonus, impatto economico e necessità di maggiori controlli. Si è espressa su questi temi la Corte dei Conti

La Corte dei Conti, in audizione alle Commissioni riunite Bilancio del Senato e della Camera dei Deputati durante la seduta del 23 novembre 2021, ha espresso il proprio parere sulla Legge di Bilancio per il 2022 e Bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. In particolare, la Corte ha esaminato anche gli interventi del Governo sugli incentivi per la riqualificazione energetica e di recupero del patrimonio edilizio,  il miglioramento dell’efficienza energetica e il verde, che hanno operato in prevalenza una ridefinizione dei termini di scadenza e una revisione dell’entità delle detrazioni dei bonus edilizi.

Proroga Superbonus, gli interventi del Governo

Tra le disposizioni più significative si rilevano le modifiche all’articolo 119 del dl n. 34/2020. Nello specifico, per il Superbonus:

  • la proroga al 31 dicembre 2022 degli interventi effettuati dalle persone fisiche, che risultavano già avviati al 30 settembre 2021, si permette la conclusione dei lavori;
  • il prolungamento al 2023 degli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche, per i quali si introduce, tuttavia, un décalage dell’entità della detrazione per i due anni successivi (70 per cento per le spese sostenute al 31 dicembre 2024 e 65 per cento al 31 dicembre 2025);
  • la proroga al 31 dicembre 2023 per gli immobili di proprietà delle cooperative nei casi in cui alla data del 30 giugno 2023 sia stato effettuato il 60 per cento dei lavori.
Non si rilevano modifiche, invece, al limite Isee di 25mila euro per i contribuenti che hanno effettuato interventi sugli immobili adibiti ad abitazione principale i quali possono godere di una proroga fino al 31 dicembre 2022.

Per le detrazioni edilizie diverse dal superbonus, si confermano le opzioni per lo sconto in fattura e la cessione del credito, anche per le spese sostenute nel 2022, nel 2023 e nel 2024. L’aliquota di detrazione del bonus facciate viene, infine, ridotta dal 90 per cento (applicata fino al 31 dicembre 2021) al 60 per cento.

Secondo la Corte dei Conti, “si tratta di una scelta coerente con il consenso riscosso dalle misure, in particolare il Superbonus 110 per cento, ulteriormente stimolato dalle semplificazioni procedurali introdotte di recente con il decreto “Sostegni-bis”.

Il Superbonus e la ripresa del settore delle costruzioni

Secondo i dati Istat, gli investimenti nel settore delle costruzioni (al lordo dei costi di trasferimento di proprietà), nel secondo trimestre 2021, hanno confermato una dinamica particolarmente positiva, sia nel confronto con i valori dello stesso periodo del 2020 (+55,6 per cento, +58,3 per cento quelli in abitazioni e +52,9 per cento quelli in fabbricati non residenziali e altre opere), sia rispetto a quelli del 2019 (+13 per cento), non condizionati dalle restrizioni emergenziali dettate dalla pandemia. Stime preliminari del Cresme indicano per l’anno in corso un aumento degli investimenti in costruzioni del 17,6 per cento rispetto all’anno precedente. Tale crescita risulta trainata soprattutto dalla componente di rinnovo residenziale (+25,2 per cento).
Al 31 ottobre 2021, secondo il monitoraggio mensile svolto dall’Enea sul Superbonus 110 per cento, risultano in corso di realizzazione 57.664 interventi edilizi incentivati (in termini di asseverazioni depositate) per un ammontare di circa 9,7 miliardi di investimenti ammessi a detrazione. Tra i mesi di settembre e ottobre si sono registrati quasi 11.500 nuovi interventi. I lavori interessano prevalentemente edifici unifamiliari (circa il 60 per cento del totale) e unità immobiliari indipendenti (34,6 per cento), ma continuano a crescere anche i condomini (14,5 per cento) che hanno raddoppiato il numero degli interventi rispetto a gennaio dello stesso anno e soprattutto segnalano lavori con importi medi di maggiore entità (oltre 570 mila euro) rispetto a quelli delle singole abitazioni (pari a circa 90 mila euro).

Le criticità del Superbonus

L’intensità della reazione del mercato agli incentivi fiscali, da un canto, e gli stretti vincoli temporali imposti dalle misure, dall’altro, hanno determinato, tuttavia, comportamenti poco virtuosi da parte di alcune imprese del settore. Come segnalato dalle stesse associazioni di categoria in occasione di diverse audizioni parlamentari, in questi ultimi mesi non sempre sono stati garantiti livelli adeguati di legalità e di sicurezza nei cantieri, oltre a rilevarsi comportamenti fraudolenti nell’impiego delle misure agevolative.
Sarebbe necessario, secondo la Corte dei Conti, “rendere più intensa e rapida l’azione che l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) ha recentemente avviato, attivando una campagna straordinaria di vigilanza nel settore dell’edilizia. Al riguardo, l’Ispettorato ha predisposto specifiche istruzioni alle strutture territoriali mirate a contrastare le possibili devianze che possono incidere sul corretto svolgimento dei rapporti di lavoro nei cantieri.

La vigilanza dell’Ispettorato

L’attività di vigilanza, programmata per l’ultimo quadrimestre del 2021 dovrebbe riguardare:

  •  le aziende mai ispezionate, quelle cd. “dormienti”, che hanno riavviato le attività stimolate dall’applicazione del superbonus 110 per cento,
  • le aziende interessate dall’istituto del distacco transnazionale,
  • le imprese in rete che operano nel settore, quelle caratterizzate dalla maggiore probabilità di rischio infortunistico connesso alla rotazione del personale impiegato, nonché i cantieri che prevedono la compresenza di più imprese.
L’altro ambito di possibili comportamenti illegali legati alle misure di incentivazione del mercato delle costruzioni, con ricadute importanti sulla finanza pubblica, riguarda alcuni casi di pratiche di concorrenza sleale e addirittura frodi segnalate, seppure con quantificazioni ancora non disponibili, dall’Agenzia delle entrate.

Il Decreto Anti-frodi

Il decreto-legge n. 157 dell’11 novembre 2021, recante “Misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche”, finalizzato a contrastare i comportamenti fraudolenti nell’utilizzo dei benefici fiscali, introduce disposizioni mirate a garantire il corretto impiego nella dichiarazione dei redditi ovvero tramite cessione del credito/sconto in fattura, di alcune agevolazioni per interventi sugli immobili.

Tra i principali interventi vi sono:

  • l’estensione dell’obbligo del visto di conformità ai bonus per i quali lo stesso non era previsto fino ad oggi;
  • la fissazione, per alcuni beni, di valori massimi cui far riferimento per attestare la congruità delle spese;
  • l’introduzione di un sistema di controllo preventivo che permetta all’Agenzia delle entrate la verifica della correttezza delle operazioni, con facoltà di sospendere, fino a trenta giorni, gli effetti delle comunicazioni delle cessioni e delle opzioni che presentano “profili di rischio”;
  • la previsione del divieto per gli intermediari bancari e finanziari di procedere all’acquisizione dei crediti, se ricorrono i presupposti di operazioni sospette per le quali sussistono gli obblighi di segnalazione all’Unità di informazione finanziaria.

Il controllo dell’Agenzia delle Entrate

Per lo svolgimento delle attività di controllo, l’Agenzia delle entrate potrà avvalersi dei poteri istruttori previsti in materia di imposte dirette e di Iva e, per il recupero degli importi dovuti procedere con un atto di recupero impugnabile innanzi alle Commissioni tributarie. In sostanza, l’azione del legislatore volta a rinnovare con alcuni correttivi le agevolazioni edilizie, nel quadro di un solido sistema di vigilanza e di controllo dei comportamenti fraudolenti, oltre a rendere più certe le valutazioni sulle dimensioni finanziarie delle misure in termini di impatti sulla finanza pubblica, potrebbe permettere di programmare eventuali nuovi e diversi strumenti di intervento, volti a coadiuvare politiche più incisive di riduzione delle emissioni di CO2.
Come già ricordato dalla Corte, le politiche volte alla riqualificazione e all’efficientamento del parco edilizio potranno dispiegare effetti significativi e persistenti nel tempo, in termini di riduzione delle emissioni, se le stesse, oltre a fondarsi su un quadro regolamentare chiaro di incentivazione fiscale, potranno attrarre anche risorse private in grado di finanziare progetti di riqualificazione profonda.

Si tratta, in tal senso, di incardinare la pianificazione degli strumenti di stimolo agli investimenti in un quadro di interventi la cui scansione nel tempo possa produrre effetti duraturi, in termini sia di crescita, sia di risparmio energetico, sia di riduzione delle emissioni.

L’impatto sui conti pubblici e la classificazione dei Bonus

Quanto all’impatto sulla finanza pubblica, la Corte ricorda che, in attesa di una guida metodologica specifica mirata a coprire la casistica relativa ai crediti d’imposta trasferibili e non trasferibili, che la Commissione Europea si è riservata di introdurre a breve, Eurostat ha ritenuto di poter accettare, seppure temporaneamente, la decisione dell’Istat di considerare il “Bonus 110 per cento” come un credito d’imposta “non-payable” (a riduzione delle entrate fiscali per la quota detraibile nell’anno) da registrare, pertanto, nei conti nazionali proporzionalmente agli anni di fruizione dei crediti di imposta.
Contestualmente, Eurostat ha però specificato che la possibilità di trasferire il “Bonus 110 per cento” da un beneficiario originario a terzi, (prevedendo anche trasferimenti “multipli”), potrebbe configurare la misura come un “caso limite”, non chiaramente interpretabile, pertanto, come un credito d’imposta “non-payable”.

Fonte: teknoring