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Contributo per la ricostruzione sisma 2016, c’è tempo fino al 15 dicembre


Sono ancora 22 mila gli edifici inagibili per i quali non è stata presentata né la richiesta né la prenotazione del contributo.


La richiesta di contributo per la ricostruzione in seguito ai terremoti del 2016 e del 2017 è stata prorogata al prossimo 15 dicembre. E’ quanto stabilito dalle Ordinanze 117/2021 (art. 7) e 121/2021 (art. 2). In caso contrario, il diritto al contributo decadrà. Una decisione obbligata, visto che ci sono ancora 22 mila gli edifici censiti come inagibili per i quali non è ancora stata presentata né la richiesta, né la prenotazione del contributo.

L’obiettivo è che i titolari inoltrino almeno la Manifestazione di volontà a richiedere il contributo stesso. Ecco perché nei giorni scorsi il Commissario Straordinario alla Ricostruzione post sisma 2016, Giovanni Legnini, ha scritto ai sindaci di oltre 500 comuni nelle quattro regioni del cratere 2016, sollecitandoli a prendere “ogni iniziativa possibile per raggiungere i proprietari delle case inagibili che non hanno ancora fatto passi concreti per la ricostruzione”.

Sisma e contributo per la ricostruzione

L’iter da seguire è semplice: i cittadini che non hanno presentato agli Uffici Speciali Regionali la richiesta di contributo con il progetto dell’intervento devono trasmettere al Commissario, in via telematica, una manifestazione di volontà. Pena la sua decadenza. La pratica amministrativa va inoltrata entro – e non oltre – il prossimo 15 dicembre. Insieme alla lettera del Commissario, ai sindaci è stata recapitata la lista delle richieste di contributo già pervenute agli Uffici Speciali. 

Oltre alle Manifestazioni di volontà inviate al Commissario relative al proprio Comune, affinché possano procedere alle verifiche e sollecitare i proprietari. Quelle già presentate sono 27 mila e riguardano 37.200 edifici, che si aggiungono ai 21.100 per i quali esiste già la richiesta di contributo, per un totale di 58.300 edifici. “Un numero ancora distante da quello degli edifici censiti come inagibili dopo il sisma, che erano 80.300” scrive il Commissario.

Regioni e richieste

Degli edifici che mancano all’appello, 9.500 sono nelle Marche, 5.300 in Abruzzo, 4.400 in Umbria e 2.700 nel Lazio. Nelle Marche, tuttavia, si registrano le percentuali più alte di contributi richiesti o prenotati. La “copertura” media è del 79%, seguita dal Lazio con il 73%, l’Umbria con il 63%, l’Abruzzo con il 58,8%.

Nei centri più colpiti, dove si registra un alto numero di edifici inagibili, e c’è una maggior consapevolezza degli adempimenti connessi alla ricostruzione, il grado di copertura è generalmente elevato.

A cominciare dalle Marche, dove si va dal 97,5% di Arquata del Tronto, all’89,3% di Acquasanta Terme, all’89,1% di Ascoli Piceno. E ancora: l’85,5% di Tolentino, l’85,4% di Castelsantangelo sul Nera, l’81% di Sarnano, il 79% di Visso, il 77% di Pieve Torina. A San Severino, Caldarola, Treia, Ussita, Macerata e San Ginesio, in ogni caso, il numero di edifici scoperti è ancora molto elevato.

Nuovi fondi dal Governo

Da ricordare che proprio recentemente il Governo ha aggiunto nuovi fondi per la riparazione e la ricostruzione delle abitazioni e degli immobili produttivi. Dopo la fortissima crescita dei contributi approvati nell’ultimo anno erano infatti in via di esaurimento.

La Legge di Bilancio 2022 ha stanziato ulteriori 6 miliardi per la ricostruzione privata, oltre a disporre la proroga a tutto il 2022 dello stato di emergenza in Centro Italia. Con 200 milioni per l’assistenza alla popolazione, e della gestione commissariale.

numeri del 2021 sulla ricostruzione privata e sul fronte delle opere pubbliche sono i seguenti: 1.581 le richieste di contributo presentate nei primi nove mesi dell’anno, mentre quelle approvate, con l’autorizzazione ad aprire i cantieri e la concessione di 1,5 miliardi di contributi, la metà di quelli autorizzati dall’avvio della ricostruzione, sono state ben 4.082.


Fonte: teknoring