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Innovazione e sostenibilità lungo i fiordi della Norvegia


Ponti, tunnel e viadotti: tutti i cantieri aperti per la costruzione delle autostrade del futuro


Lungo i fiordi della Norvegia, tra montagne scoscese e insenature profonde, l’uomo ha ingaggiato la sua sfida con la natura per dar vita a una nuova autostrada che sia insieme funzionale alle esigenze di trasporto, ma anche moderna e sostenibile.

I lavori per la costruzione della E39, quella che ormai tutti chiamano l’autostrada dei fiordi, proseguono a ritmo sostenuto e nel mese di giugno la Norwegian Public Roads Administration (NPRA), l’ente nazionale incaricato di gestire la rete stradale del paese, ha pubblicato tra le 20 e le 25 gare per assegnare una nuova parte dell’opera.
Nello specifico i lavori riguarderanno il collegamento tra la città di Molde, situata proprio a ridosso di un fiordo, con la città portuale di Ålesund, sulla costa ovest della Norvegia. Le caratteristiche geologiche dell’area sono particolarmente complesse tanto che per completare il collegamento sarà necessario costruire diversi ponti, tunnel, un tunnel sottomarino e naturalmente una strada a quattro corsie.
L’obiettivo, come per l’intero rifacimento della E39, è quello di evitare che i mezzi debbano essere imbarcati sui traghetti per superare i fiordi, ma che gli attraversamenti vengano garantiti attraverso ponti e tunnel sottomarini. Un progetto di grande complessità considerata la lunghezza della strada (1.300 chilometri) e le caratteristiche del territorio, che la NPRA vorrebbe riuscire a completare entro il 2030.
Ma la ricostruzione dell’autostrada dei fiordi, per quanto rappresenti una bandiera tra i progetti infrastrutturali norvegesi, occupa solo un capitolo del ricco libro di progetti che il governo del paese ha approvato in questi anni. Solo per il 2021 le autorità norvegesi hanno infatti inserito a budget per il miglioramento della rete dei trasporti 7,8 miliardi di euro, un dato che già da solo racconta l’impegno del paese nello sviluppo delle sue infrastrutture.

E39, l’autostrada dei fiordi

Lungo la costa norvegese i cantieri aprono di giorno in giorno. Cantieri destinati ad affrontare quella che da molti viene considerata una delle più significative sfide ingegneristiche degli ultimi anni: la costruzione dell’autostrada dei fiordi.

Secondo i calcoli della Norwegian Public Road Administration l’intero progetto dovrebbe arrivare a costare circa 40 miliardi di euro, necessari per realizzare la nuova autostrada che correrà in mezzo ai fiordi, tra tunnel e ponti sospesi.

Realizzare il nuovo collegamento è essenziale per superare la vecchia E39 che, durante il suo percorso, viene interrotta per sette volte, imponendo l’attraversamento dei fiordi con i battelli.

Modernizzare quest’opera rappresenta un intervento strategico per la mobilità norvegese considerato che la strada collega 6 regioni dove risiedono circa 1,8 milioni di persone e da sola è responsabile del 7% del traffico automobilistico della Norvegia.

Il superamento della vecchia infrastruttura avrà un impatto enorme sui trasporti nazionali: il tempo necessario per compiere l’intero percorso passerà dalle attuali 21 ore a 10 ore, mentre il costo medio per il trasporto delle merci da un lato all’altro della strada sarà dimezzato rispetto a quello attuale.

Il Tunnel sottomarino

Il progetto della nuova E39 non solo include diversi viadotti e il tunnel sottomarino scavato nella roccia più profondo e più lungo del mondo - 27 chilometri a 392 metri di profondità - ma soprattutto propone di realizzare il primo ponte di Archimede della storia.

Vale a dire un ponte galleggiante sommerso, o rørbru come lo chiamano a quelle latitudini: una struttura tubolare di cemento posta a 30 metri sotto la superficie dell’acqua e non poggiata sul fondale.

Un tunnel flottante che mutua la tecnologia offerta dalle piattaforme di trivellazione petrolifere off-shore e che permetterà al traffico norvegese di bypassare facilmente l'ostacolo dei fiordi. «Inoltre questo tipo di soluzione - come hanno spiegato i tecnici scandinavi - da un lato minimizza l'impatto visivo (un ponte tradizionale avrebbe sconvolto il paesaggio) e dall'altro riduce a zero l'inquinamento acustico che avrebbe decimato la fauna locale». Vantaggi innegabili che da anni stuzzicano l'immaginario di architetti e ingegneri di tutto il mondo.

Fonte: webuildvalue / ilmessaggero