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Come trasformare gli scarti di lavorazione in guadagno

Una app mette in contatto chi ha scarti di lavorazione e chi li può usare. L’idea nata dalla necessità di liberarsi dello sfrido, il cascame del marmo: “Ma è un problema che riguarda tutti i settori, ai quali offriamo anche servizi di consulenza”

I rifiuti trasformati in guadagno. Tutto nell’ottica di una transizione verso un modello di economia circolare. È la mission di Sfridoo, la start up bolognese fondata da tre architetti di circa 30 anni: Marco Battaglia (Ceo Co-Founder), Mario Lazzaroni (Cfo Co-Founder) e Andrea Cavagna (Cso Co-Founder). La piattaforma offre principalmente una duplice possibilità per le aziende, mettendo in contatto chi deve liberarsi di rifiuti riciclabili con una ditta disposta a smaltirli, oltre che a informare le aziende interessate sulla possibilità di acquistare la materia prima riciclata.

L’idea

“L’idea è nata grazie alla mia famiglia, in particolare a mio padre”, spiega a Green & Blue il Ceo Marco Battaglia. “Lui di professione fa il marmista e da sempre lamenta la difficile gestione dello sfrido, il cascame prodotto dalla lavorazione. Portando questa osservazione all’interno dello studio di architettura ci siamo resi conto che non era un problema solo per i marmisti, bensì è un problema che riguarda tutti i settori”, racconta Battaglia.

Il sistema però non è semplicemente un marketplace online B2B per la compravendita di materiali di scarto, ma offre anche un servizio di consulenza per le aziende che sono interessate a questo ricircolo virtuoso del materiale. Si tratta quindi di una vetrina digitale dove le aziende venditrici pubblicano le foto del materiale di cui vogliono disfarsi, possono mettersi in contatto con una ditta disposta a smaltirli e concordare con le aziende interessate ad acquistare prezzi e modalità di vendita. Per quanto riguarda le rimanenze di magazzino, acquirente e venditore possono accordarsi su modalità e prezzo di vendita. Mentre il ricavo della start up arriva sotto forma di percentuale su ogni scambio e dalla figura dell’utente premium: un’azienda che, pagando, ha alcuni servizi in più.

Simbiosi Industriale

«Per il momento rimaniamo sul territorio italiano, collaborando con molte piccole medie imprese ma anche con grandi aziende. Le aiutiamo a ottenere risparmi sugli scarti di lavorazione, oggi un’azienda paga per smaltire, e noi al contrario introduciamo il concetto di “simbiosi industriale”, trasformando gli scarti in risorsa per altre aziende. Dalla nascita abbiamo ottenuto 3 milioni di risparmi per i nostri clienti, aiutando circa 40 imprese”, spiega ancora Battaglia.

L’azione di Sfridoo tocca molti settori, e si distingue dalla classica consulenza ambientale. “Siamo il primo pezzo della catena che serve per ricondurre i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) nel circuito del ricondizionato. E anche per questo siamo un servizio di cancellazione certificata dei dati: i device prima di essere rimessi nel mercato devono essere ripuliti da ogni segreto industriale, dati sensibili del personale interno e via dicendo”, assicura il Ceo.

Nel 2019 Sfridoo ha lanciato la prima guida plastic free, con un disciplinare e una certificazione per le imprese impegnate su questi temi. Da lì in poi non si sono più fermati, anche per quanto riguarda gli affari. “Tra 2019 e 2020 siamo passati da 50 mila a 250 mila euro di fatturato. Per il 2021 prevediamo di raddoppiare ancora, perché stiamo facendo investimenti importanti sul digitale”, continua Battaglia.

Punti di forza

I due punti di forza della start up sono l’agroalimentare e il metalmeccanico, dove, tra le aziende che si affidato al servizio, compaiono Cameo, Segafredo, Oleificio Zucchi e molte altre. Per intenderci: grazie al servizio di Sfridoo, la differenza tra costi e ricavi di un’operazione di valorizzazione dello scarto ha consentito di generare un saving generale del 101%.

Anche per questo a Marco, Andrea e Mario non sono mancati i premi. A maggio 2017 Sfridoo è stata vincitrice dell’acceleratore Hubble, a maggio ha vinto il bando 2018/2019 Climate-KIC fase 1, dedicato alle più importanti innovazioni europee sulle soluzioni ai cambiamenti climatici, mentre nel 2021 sono diventati un’azienda tutor della formazione del corso Jece – Junior Expert in Circular Economy – il primo corso di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (Ifts) per tecnici esperti in economia circolare.

Il Futuro

Per il futuro, invece, gli obiettivi riguardano sia il versante della tecnologia ricondizionata, sia la diffusione di una cultura della sostenibilità. “Vogliamo far capire alle aziende quali vantaggi comportano il riutilizzo dei materiali, da un punto di vista economico ma anche ambientale. Stiamo così aumentando la divulgazione di tali temi, per avvicinare sempre più l’imprenditoria italiana a un mercato con una sua sensibilità decisa”, conclude Battaglia

Fonte: Pietro Mecarozzihttps://www.repubblica.it/green-and-blue

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