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L’Italia rispedisce al mittente la Direttiva Casa green


L’Italia chiede più flessibilità alla Ue e con l’approvazione di una mozione contro la Direttiva, la maggioranza la rispedisce al mittente.


Nella giornata di mercoledì 8 marzo, la Camera ha approvato la mozione contro la Direttiva Casa Green rivista dalla Commissione Europea, rimandandola a Bruxelles.

Ricordiamo che il provvedimento di revisione della Direttiva sull’efficienza energetica in edilizia, proposta dalla Commissione il 15 dicembre 2021, come parte integrante del Fit for 55, valutato le tempistiche, gli obblighi e oneri imposti indistintamente a tutti gli Stati Membri aveva suscitato grande clamore soprattutto nei confronti degli Stati membri che avevano un patrimonio immobiliare vetusto.

Le date previste sono le seguenti:

  • entro il 1° gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe E. Successivamente;
  • entro il 2033 dovrà essere garantita la classe D;
  • emissioni zero entro il 2050.

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La mozione contro la Direttiva Casa green blocca quella che è stata definita come la “patrimoniale europea”

Nella mozione contro la Direttiva Casa Green, questa è stata definita una “patrimoniale europea”.

Nel testo della mozione si legge: “imporre dall’alto e in maniera indistinta l’efficientamento energetico significa gravare i cittadini di un ingiustificato esborso economico che si sommerebbe al già complesso periodo di crisi derivante dal Covid e dal caro energia”.

Il testo prosegue evidenziando le peculiarità del nostro patrimonio immobiliare rispetto ad altri Stati del Nord Europa: “il patrimonio edilizio italiano, (Mef e AdE) si compone di oltre 57 milioni di unità immobiliari, di cui almeno 19,5 milioni sono abitazioni principali. 

La maggior parte degli immobili italiani ha una classe energetica di riferimento tra G e F.

L’avanzamento di classe energetica richiede solitamente un taglio dei consumi di circa il 25 per cento, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari.

Una serie di interventi, nonché opere di ristrutturazione e ammodernamento, che necessitano di ingenti investimenti economici per il raggiungimento dei minimi previsti dalla Commissione europea”.

Scongiurata l’introduzione della Direttiva Europea sulle “case green”

La mozione, tuttavia, non si limita solo a criticare il contenuto della direttiva ma anche ad avanzare delle proposte.

Va molto oltre, infatti: “impegna il Governo ad adottare le iniziative di competenza presso le competenti istituzioni europee al fine di scongiurare l’introduzione della disciplina nell’ottica di tutelare le peculiarità dell’Italia e, dunque, garantire al nostro Paese la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico più confacenti alle proprie caratteristiche”.

Opposizione contraria

L’opposizione non ha gradito il contenuto della mozione.

Europa Verde, ad esempio, attraverso il co-portavoce Angelo Bonelli, interviene in Aula per contestare le scelte del Governo sul tema delle cosiddette case green, identificando la mozione come “comportamenti irresponsabili che fanno male all’Italia e il suo futuro”, sottolineando la centralità della direttiva risparmio energetico sulle case in contrasto ai rincari energetici e alla speculazione sul gas.

Ora la palla passa all’Europarlamento dove la direttiva dovrà essere esaminata dalla plenaria a metà marzo e dopo l’approvazione anche inizieranno i negoziati con il Consiglio Ue, al fine di arrivare all’approvazione finale del provvedimento.

A questo link la mozione.


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fonte: teknoring