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L’asfalto ad induzione che ricarica le auto elettriche


Una tecnologia di ricarica delle auto elettriche tramite asfalto ad induzione sull’A35 Brebemi pronto a rivoluzionare il trasporto su gomma.


Nuove sperimentazioni per l’asfalto ad induzione. Presentata a Chiari in provincia di Brescia dal presidente dell’autostrada A35 Brebemi Francesco Bettoni e dai partner di progetto, una tecnologia di ricarica ad induzione delle auto elettriche che potrebbe rivoluzionare il settore del trasporto eco sostenibile.

Si tratta della DWPT (Dynamic Wireless Power Transfer), tecnologia che permette ai veicoli elettrici di ricaricarsi viaggiando su corsie dedicate, grazie ad un innovativo sistema di spire posizionate sotto l’asfalto che trasferiscono direttamente l’energia necessaria ai mezzi.

Il problema dell’autonomia della batteria

Quello dell’autonomia della batteria, insieme ai tempi di ricarica, è infatti oggi uno dei punti più critici dei veicoli elettrici e uno dei motivi principali per cui il mercato di queste auto non riesce a spodestare quello delle più inquinanti macchine a combustione. Tuttavia, la tecnologia dell’asfalto ad induzione potrebbe cambiare le carte in tavola.

Il progetto pilota italiano è coordinato da A35 Brebemi e Aleatica ed è attualmente quello allo stadio più avanzato di sperimentazione al mondo.

A tale progetto cooperano diverse realtà che sono punti di riferimento dei proprio settori di competenza, dalla IVECO alla Mapei, passando per Pizzarotti, Politecnico di Milano e Stellantis. 

Ma anche ABB, Electreon, IVECO BUS, Prysmian, TIM, FIAMM Energy Technology, Università Roma Tre, Università di Parma, Vigili del Fuoco e Ministero dell’Interno – Polizia Stradale.

L’idea alla base della Dynamic Wireless Power Transfer è quello della ricarica wireless (senza fili), teorizzato da Nicola Tesla nel 1896 e si fonda sui principi dell’induzione magnetica.

Basandosi su questo principio, al di sotto del manto stradale viene posizionato un trasmettitore, mentre a bordo veicolo si installa un ricevitore.

Il trasmettitore, che rappresenta il circuito primario, genera un campo magnetico variabile nel tempo che viene recepito dal circuito secondario, ovvero il ricevitore installato sull’auto elettrica.

Questo campo magnetico viene poi rilevato dagli elettroni presenti nel ricevitore che di conseguenza iniziano il loro movimento, creando l’elettricità che ricarica il dispositivo.


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Il sistema di pavimentazione stradale

Gli elementi principali che costituiscono il sistema di pavimentazione stradale sviluppato da Mapei per Arena del Futuro sono:

  • Un betoncino per emettitori ad induzione per la protezione delle spire, costituito da materiali a bassa interferenza con campi magnetici, che aderisce perfettamente con la membrana bituminosa di collegamento.
  • Un betoncino da trincea, che contiene polimeri per allettare i cablaggi e le centraline che collegano le management units alle spire.
  • Una membrana bituminosa modificata impiegata sul betoncino indurito per ottenere un buon collegamento con gli strati di asfalto collocati sopra le spire, prevenire un’eventuale propagazione di fessurazioni e garantire impermeabilità.
  • Additivi chimici Mapei posizionati all’interno del bitume utilizzato in tutti gli strati sovrastanti le spire per facilitare la posa del conglomerato bituminoso e, in particolare, per prolungarne la vita quando sottoposto ad intensi campi magnetici, in un’ottica di durabilità, e quindi anche sostenibilità, della pavimentazione.

Ma l’asfalto ad induzione sviluppato da A35 Brebemi e Aleatica potrebbe portare altri vantaggi ai possessori di auto elettriche, non solo quello della ricarica.

Dai primi test che si stanno svolgendo nell’ambito del progetto italiano “Arena del Futuro” si sono ricavati dati interessanti.

La ricarica in viaggio generata dall’asfalto ad induzione potrebbe garantire addirittura una maggior efficienza energetica del veicolo, portando ad un aumento dell’autonomia del veicolo.

Inoltre, i ricercatori stimano che se questa tecnologia fosse adottata sulla maggior parte delle infrastrutture a lunga percorrenza, si potrebbe arrivare alla riduzione delle dimensioni delle batterie dei veicoli ma soprattutto ad un aumento della vita media delle stesse, poiché si eviterebbe il fenomeno dei picchi di ricarica. I vantaggi però non si fermano qui.

L’asfalto ad induzione potrebbe portare all’ottimizzazione dei tempi di viaggio grazie a soste più brevi.

Inoltre, i ricevitori e i trasmettitori protagonisti di questa tecnologia, coadiuvati da tecnologie avanzate e ormai presenti come il 5G e l’intelligenza artificiale, potranno essere usati anche per scambiare continuamente dati utili per la sicurezza stradale lungo tutto il percorso. 

Ciò potrebbe tradursi in un aumento della sicurezza stradale e dei flussi di traffico.

La sperimentazione dell’asfalto ad induzione

Il tratto scelto per la sperimentazione dell’asfalto ad induzione si trova vicino all’uscita Chiari Ovest ed è lungo circa 1.050 metri e sarà alimentato da 1 megawatt di potenza. La tecnologia dell’asfalto ad induzione viene sperimentata anche in altre parti del mondo e si possono trovare piccoli esempi di applicazione, seppur limitati e a volte differenti. 

È il caso, per esempio, del sistema KAIST applicato a Gumi City, in Corea del Sud, dove due servizi di navetta bus, uno di lunghezza 4 km e l’altro di 35 km, utilizzano a scopo dimostrativo la tecnologia DWPT.

Questi autobus ricevono una ricarica completa prima di lasciare il deposito e sfruttano l’asfalto ad induzione per mantenere la carica sufficiente a completare il percorso.

Ulteriori prove della ricarica su strada, anche se non propriamente utilizzando la tecnologia DWPT, si possono trovare in Belgio e Germania, dove stazioni di ricarica si trovano alle fermate degli autobus, alle fermate del capolinea e al deposito. 

Anche qui gli autobus ricevono una ricarica completa prima di lasciare il deposito e vengono ricaricati in maniera opportuna quando l’autobus si trova in una qualsiasi delle fermate. 

La tecnologia DWPT e l’asfalto ad induzione si propongono quindi come la soluzione ad uno dei problemi, quello della ricarica, più importanti delle auto elettriche e potrebbero significare un punto di svolta decisivo nel passaggio ad una mobilità meno inquinante.


fonte: teknoring