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Dai prezzi agli aiuti alle imprese: ecco le misure approvate nel Def 2022


Def 2022: La crescita programmatica sarà più elevata di quella tendenziale, soprattutto nel 2022 e nel 2023: 3,1% e 2,4%.


Una breve panoramica delle misure approvate dal Def 2022

Con l’approvazione del Documento di economia e finanza 2022 (Def), previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (l. 31 dicembre 2009, n. 196), il Consiglio dei Ministri rivede previsioni e strategie economiche future. Il Def tiene conto di diversi fattori: l’invasione dell’Ucraina, l’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime. E ancora: l’andamento dei tassi d’interesse e la minor crescita dei mercati di esportazione dell’Italia.

Ecco perchè la previsione tendenziale di crescita del PIL per il 2022 scende dal 4,7% programmatico della NADEF al 2,9%, quella per il 2023 dal 2,8% al 2,3%. Il disavanzo della pubblica amministrazione è al 5,1% per quest’anno. Scendendo fino al 2,7% del PIL nel 2025. Gli obiettivi per il disavanzo contenuti nella NADEF sono confermati: il 5,6% nel 2022, in discesa fino al 2,8% nel 2025. Vi è quindi un margine per misure espansive (0,5 punti percentuali di PIL per quest’anno, 0,2 nel 2023 e 0,1 nel 2024 e nel 2025).

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Def 2022 misure: fondi per PMI

Margini finanziari che permetteranno al Governo di ripristinare alcuni fondi che erano stati utilizzati a copertura del recente decreto-legge n. 17. Interventi mirati a compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche, del prezzo dell’energia, delle materie prime e dei carburanti. Come scrive il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, nella premessa al Documento, pronti anche strumenti “per sostenere le imprese più danneggiate dalle sanzioni nei confronti della Russia”.

Sarà rifinanziato il fondo di garanzia per le PMI. Per effetto di questi interventi, la crescita programmatica sarà lievemente più elevata di quella tendenziale, soprattutto nel 2022 e nel 2023 (3,1% e del 2,4%). Con riflessi positivi sull’andamento dell’occupazione. Il rapporto debito/PIL nello scenario programmatico diminuirà quest’anno al 147%, dal 150,8% del 2021, per calare poi progressivamente fino al 141,4% nel 2025.

Carburanti, famiglie e lavoratori

Nel Def è scritto che bisognerà “utilizzare gli spazi derivanti dalla manovra per nuove iniziative espansive”. Innanzitutto, disponendo “ulteriori interventi per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia”. Fondamentale la “revisione del sistema dei prezzi di riferimento e dei carburanti”. Assicurando liquidità alle imprese mediante la concessione di garanzie. Tutto ciò anche in seguito alla comunicazione della Commissione n. 2022/C 131 I/01 sul nuovo quadro degli aiuti di Stato.  Ma non solo. Tra gli obiettivi del Def vi sono:

  • continuare a sostenere la risposta del sistema sanitario;
  • rafforzare le politiche di accoglienza nei confronti dei profughi ucraini;
  • in caso di peggioramento dello scenario economico conseguente al perdurare degli effetti negativi, applicare quanto previsto dalla Legge n. 243/2012. Con interventi di sostegno per le famiglie, i lavoratori e per il comparto produttivo particolarmente colpito dalle conseguenze della crisi in Ucraina.

Green New Deal e bonus sociale

Fari puntati anche sul Green New Deal. L’impegno in materia di ambiente e sviluppo sostenibile dovrà tradursi in una serie di “iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate a favorire la transizione ecologica, energetica”.  Favorita la semplificazione e accelerazione dei procedimenti autorizzativi per la realizzazione e l’esercizio di impianti da fonti rinnovabili. L’obiettivo, “garantire il conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Piano nazionale integrato di energia e clima”.

La risoluzione di maggioranza sul Def prevede inoltre iniziative per affrontare la povertà alimentare, “ampliando anche il bonus sociale”. Il testo chiede anche di proseguire con “le misure di esonero contributivo” per favorire l’inserimento di donne e giovani nel mondo del lavoro. Senza dimenticare misure “a sostegno della ripresa economica nel Sud e nelle altre aree svantaggiate del Paese”, evitando così di accentuare “le disparità fra le diverse aree del Paese”.


Fonte: teknoring