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Ecco il testo definitivo della direttiva EPBD


La Commissione ha proposto di allineare le regole per il rendimento energetico degli edifici al Green Deal europeo e di decarbonizzare il parco immobiliare dell’UE entro il 2050.


Case troppo energivore. E l’Europa prova a mettere dei paletti con la Direttiva EPBD: l’obiettivo è avere un’edilizia abitativa a emissioni zero nel 2050. Come ci si arriva? Proviamo a capire. 

To boost renovation and decarbonisation of buildings

Se ne parla da molto tempo, e da qualche giorno girava una bozza ufficiosa, e l’annuncio che la proposta ufficiale sarebbe stata pubblicata il 14 di dicembre.
Con un giorno di ritardo, il 15 dicembre 2021 la bozza per la revisione della direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) è stata finalmente presentata dalla Commissione europea che ha proposto di potenziare (to boost) “renovation and decarbonisation of buildings”, letteralmente la ristrutturazione e la decarbonizzazione degli edifici.
La revisione si allinea con l’European Green Deal, e traduce in un’azione legislativa concreta la strategia di “Renovation Wave” proposta dalla Commissione.

Direttiva EPBD: l’obiettivo e la ratio sottesa

L’obiettivo dichiarato è quello di “facilitare la ristrutturazione di case, scuole, ospedali, uffici e altri edifici in tutta Europa per ridurre emissioni di gas serra e le bollette energetiche, migliorando la qualità della vita di milioni di europei.

La revisione odierna della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia traduce la strategia dell’ondata di rinnovamento della Commissione in un’azione legislativa concreta”. Con queste parole si apre il comunicato stampa con il quale la Commissione europea ha introdotto la lettura alle principali modifiche alla Direttiva EPBD.

Il punto di partenza è costituito dai dati sui consumi energetici degli edifici, che costituiscono – parole del Commissario per l’Energia, Kadri Simson – “il singolo più grande consumatore di energia in Europa”: utilizzano, infatti, il 40% dell’energia prodotta e creano il 36% delle emissioni di gas serra.


La ragione è semplice, quanto intuibile: la maggior parte degli edifici nell’UE, realizzati in un momento storico in cui non c’era consapevolezza delle problematiche ambientali, non sono assolutamente efficienti dal punto di vista energetico, e per di più utilizzano combustibili fossili.

La coerenza (The coherence…)

Dobbiamo dunque fare qualcosa.
Con urgenza, anche perché – coerenza lo impone – con questi numeri è impensabile raggiungere l’obiettivo “Europa climaticamente neutra” nel 2050, specie considerando che l’85% degli edifici di oggi “will be standing in 2050”.


Il rapido cenno ai principali vantaggi del potenziamento della EPBD
“Migliorare le nostre case è anche una risposta efficace agli alti prezzi dell’energia: gli edifici con le prestazioni peggiori nell’UE consumano molte volte più energia di quelli nuovi o adeguatamente ristrutturati. E spesso sono i più vulnerabili che vivono nelle case meno efficienti e quindi faticano a pagare le bollette. La ristrutturazione riduce sia l’impronta energetica degli edifici che i costi energetici per le famiglie, stimolando anche l’attività economica e la creazione di posti di lavoro”.


Il comunicato è solo in inglese, come soltanto in inglese la versione presentata dalla Commissione che, dopo aver fatto un rapido cenno ai principali vantaggi del potenziamento della Direttiva EPBD, sottolinea di aver proposto di prevedere che tutti i nuovi edifici debbano essere a emissioni zero.
Ma con calma: a partire dal 2030.
A proposito di coerenza.

Anche se, a dire il vero, per il settore pubblico si prevedono tempi più ristretti: l’orizzonte temporale, infatti, è fissato per il 2027: questo significa che “gli edifici devono consumare poca energia, «essere alimentati» il più possibile da fonti rinnovabili, non emettere carbonio in loco emissioni da combustibili fossili e devono indicare il loro potenziale di riscaldamento globale sulla base delle loro emissioni dell’intero ciclo di vita sul loro certificato di prestazione energetica”.

The new EU-level minimum energy performance standards

Nel caso di ristrutturazioni di edifici esistenti, invece, vengono proposti nuovi standard minimi di prestazione energetica a livello dell’UE, con la precisazione che il 15% del patrimonio edilizio con le prestazioni peggiori di ciascuno Stato membro dovrà essere oggetto di un upgrade di efficienza energetica (dalla classe G alla classe F, almeno, entro il 2027 per edifici non residenziali ed entro il 2030 per gli edifici residenziali).
Pericolo scampato, dunque: nei giorni scorsi, infatti, si era paventato il divieto di vendere o affittare edifici in classe energetica G.


The Fit for 55 and the fight agains energy poverty
La revisione della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia fa parte delle proposte della Commissione “Fit for 55” per realizzare il Green Deal europeo e la legge europea sul clima, e integra le altre componenti del pacchetto adottato nel luglio 2021, definendo la visione per raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050.L’obiettivo è quello di “massimizzare il potenziale di decarbonizzazione e di contribuire alla lotta contro la povertà energetica: ci sono più di 30 milioni di unità immobiliari nell’UE che consumano un’energia eccessiva (almeno 2,5 volte di più rispetto agli edifici medi) che fa aumentare le bollette energetiche delle famiglie. I vantaggi di bollette energetiche più basse sono ancora più rilevanti nell’attuale contesto di prezzi elevati dell’energia. Le persone che vivono in edifici con prestazioni peggiori e coloro che affrontano la povertà energetica trarrebbero vantaggio da edifici rinnovati e migliori, nonché da costi energetici ridotti, e sarebbero protetti da ulteriori aumenti e volatilità dei prezzi di mercato”.


Riforma dell’APE nella proposta di revisione della Direttiva EPBD

La proposta di direttiva prevede anche una riforma dell’APE – l’attestato di Prestazione Energetica – per rendere più chiari gli attestati stessi e fare in modo che anche le informazioni, ivi contenute, siano più analitiche.
L’obbligo dell’attestato di certificazione energetica è esteso:

  • agli edifici oggetto di importanti ristrutturazioni,
  • agli edifici oggetto di rinnovo del contratto di locazione e
  • a tutti gli edifici pubblici.

“Anche gli edifici o le unità immobiliari che vengono offerti in vendita o in affitto devono essere muniti di certificato e la classe di prestazione energetica dovrà essere indicata in tutti gli annunci. Entro il 2025, tutti i certificati devono essere basati su una scala armonizzata da A a G”.


Direttiva EPBD: National Buildings Renovation Plan

piani nazionali di ristrutturazione degli edifici dovranno essere pienamente integrati nei piani nazionali per l’energia e il clima: secondo le intenzioni della Commissione, questo “garantirà la comparabilità e il monitoraggio dei progressi, e creerà un collegamento diretto con la mobilitazione dei finanziamenti e l’avvio delle riforme e degli investimenti necessari”.
I piani dovranno includere tabelle di marcia per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffreddamento al massimo entro il 2040, insieme ad una roadmap per la trasformazione del patrimonio edilizio nazionale in edifici a emissioni zero entro il 2050.

The ‘mortgage portfolio standards’

Contestualmente, la proposta introduce un ‘passaporto per la ristrutturazione’ dell’edificio che fornisce ai proprietari uno strumento per facilitare la loro pianificazione e una ristrutturazione graduale verso il livello di emissioni zero.
La proposta definisce gli ‘standard di portafoglio ipotecari’ come un meccanismo per:

  • incentivare i finanziatori a migliorare la prestazione energetica del loro portafoglio di edifici e
  • incoraggiare i potenziali clienti a rendere le loro proprietà più efficienti dal punto di vista energetico.

The Factsheet on the EPBD: the “global key proposal”

“Together with the proposals presented on 14 July, the revised Energy Performance of Buildings directive supports the development of renewable and less polluting energy systems for our homes and public buildings. They will:
  • decrease emissions
  • save energy
  • tackle energy poverty
  • facilitate renovation
  • improve quality of life
  • generate jobs and growth”.
La fretta ha impedito anche di preparare delle schede informative con le lingue nazionali; quindi, anche la “factsheet” è completamente in inglese, ed elencano le “key proposal” globali (non solo relativa alla direttiva EPBD) che si possono sintetizzare come segue:
  • la revisione della EPDB faciliterà e aumenterà la ristrutturazione degli edifici, la modernizzazione e la decarbonizzazione del patrimonio edilizio dell’UE;
  • il nuovo regolamento sulla “condivisione degli sforzi” (Reg. 2018/842) fissa obiettivi di riduzione delle emissioni per tutti gli Stati membri entro il 2030;
  • le direttive aggiornate sull’efficienza energetica (2012/27/UE) e sulle energie rinnovabili (2018/2001/EU) renderanno gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico e incentiveranno l’uso di energie rinnovabili negli edifici;
  • l’Emission Trading System for buildings fuel accelererà la riduzione delle emissioni e stimolerà gli investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica;
  • il nuovo “Fondo Sociale per il Clima” fornirà sostegno finanziario ai cittadini, in particolare alle famiglie vulnerabili, per investire in ristrutturazioni o impianti di riscaldamento e garantire una transizione equa.

Documenti disponibili in free download di seguito

  • Proposal for a Directive on the energy performance of buildings
  • Factsheet on the Energy Performance of Buildings
  • Annexes to the Proposal for a Directive on the energy performance of buildings
  • Staff Working Document with the analysis of the national long-term renovation strategies


Fonte: teknoring