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Costruzioni e incentivi fiscali, perché è importante continuare a sostenerli


Quanto vale il settore costruzioni e perché è importante continuare a investire in superbonus, ecobonus e bonus casa


Costruzioni e incentivi fiscali, una tematica sempre attuale. Vale la pena continuare ad agevolare gli interventi?

Ecobonus e bonus casa, quanto sono stati utili ed efficienti gli aiuti erogati fino ad ora? E che conseguenze avrebbe sull’economia il taglio dei fondi?

L’Italia dopo il Covid ha bisogno di ripartire, crescere e – se possibile – garantire maggiori sicurezze a imprese e lavoratori. Lo sanno bene enti e istituzioni, da mesi a lavoro su misure in grado di assicurare e sostenere la ripresa post pandemia.

In questo contesto, dunque, può tornare utile capire anche come sia stato utile alle finanze pubbliche e private quanto attuato fino ad ora, misurando l’efficienza di determinati interventi e le conseguenze in caso di conferma o sospensione di specifiche misure. Ed è proprio qui che torna utile il Rapporto sul mercato dell’involucro edilizio, elaborato da UNICMI.

Quanto vale il settore costruzioni

L’Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro ha analizzato il mercato italiano dei serramenti e delle facciate nel 2020-2021, concentrandosi anche sull’impatto che la pandemia ha avuto nel settore costruzioni.

Il settore delle costruzioni (escluse le infrastrutture) vale 102,3 miliardi di euro, di cui 58,9 nel segmento residenziale, che a loro volta generano 2,6 miliardi di euro di domanda di serramenti e 43,5 miliardi di euro nel segmento delle costruzioni non residenziali, che generano una domanda di 1,8 miliardi di euro tra serramenti (1.280 milioni di euro) e facciate continue (548 milioni di euro). Si tratta quindi di un comparto strategico per l’economia, poiché in grado di spostare ingenti somme di denaro.

La pandemia, però, ha assestato un duro colpo ad un settore che mostrava chiari segni di ripresa dal 2018. Secondo i dati UNICMI, infatti, il 2020 per il settore delle costruzioni si è chiuso con un -6,5%, con un PIL in calo dell’8.9% (in netto miglioramento rispetto alle previsioni di metà anno che davano una diminuzione a doppia cifra).

Costruzioni e incentivi fiscali: il bonus casa

Segnali di ripresa, comunque, promette il 2021, periodo in cui si prevede un rimbalzo del +3,6%, che sarà leggermente inferiore alla ripresa del PIL (+4,1%).

Tenendo conto delle stime, quindi, è importante pensare a delle politiche in grado di continuare a sostenere questo tipo di investimenti nel settore edilizio, incentivando le costruzioni e continuando a garantire agevolazioni come quelle fino ad ora approvate, tra tutti: i cd. bonus casa.

L’impatto della pandemia sul settore costruzioni

La pandemia, con i suoi lockdown e le continue restrizioni, ha fatto registrare perdite pari al 9% degli investimenti in costruzioni residenziali nel 2020. Inoltre, le compravendite immobiliari sono crollate di circa il 14% nel 2020 e gli investimenti nel rinnovo dell’8.4%.

Dati questi da non sottovalutare, soprattutto se si pensa che il 77% del mercato del residenziale è generato dal recupero edile, principalmente alimentato dall’acquisto e dalla ristrutturazione di alloggi da parte di proprietari privati.

Primi segnali di ripresa, come già accennato sopra, si sono iniziati a registrare nel 2021, con un rimbalzo del +4,5% nello stesso comparto.

La pandemia ha cambiato il modo di percepire gli spazi

Ma da cosa dipende questa crescita post pandemia?

La pandemia ha cambiato il modo di percepire gli spazi, così cambiano gli investimenti. Come spiegato nel rapporto UNICMI, nel 2021 gli investimenti nelle ristrutturazioni residenziali beneficeranno del prolungamento dei lavori interrotti o rallentati nel 2020 a causa del lockdown e saranno stimolati dagli incentivi fiscali.

A questo punto, è entrato in gioco anche il fattore psicologico:

Un mercato interessante, che potrebbe contribuire ad alimentare la domanda nel recupero, è quello delle seconde case localizzate nei pressi dei grandi agglomerati metropolitani – si legge – prevalentemente in campagna o in media montagna. Questo tipo di seconde case, edificate solitamente negli anni ’70 e nei primi anni ‘80, possono diventare un rifugio ideale per le famiglie che risiedono in aree metropolitane con scarsa disponibilità di spazi e prezzi elevati delle abitazioni, soprattutto dopo l’esperienza del lockdown e del lavoro e della scuola da casa”.

Per questo motivo, il segmento delle costruzioni non residenziali, alimentato in gran parte dalle nuove costruzioni destinate al terziario avanzato e alle attività commerciali, ha riportato una flessione del -6% nel 2020 ma crescerà del 3% nel 2021.

Inoltre, i cambiamenti attesi nell’organizzazione del lavoro post pandemia potrebbero comportare una significativa riduzione della domanda di spazi ad uso uffici e commerciali, specialmente nelle aree metropolitane, con conseguenti effetti sui tassi di occupazione e quindi sui futuri investimenti in costruzioni non residenziali. A tal proposito, va detto che solo nella seconda metà del 2021 sarà tuttavia possibile valutare lo scenario di medio periodo.

Costruzioni e incentivi fiscali, un ruolo chiave

Gli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (come il cd. Ecobonus) hanno contribuito anche nel 2019 a sostenere in modo significativo la domanda di serramenti con un valore da record di 1.750 milioni di euro. Un esempio trainante, inoltre, è stato il cd. bonus casa.

Nonostante la significativa contrazione del 2020, pari a circa 1.352 milioni di euro, è innegabile che gli incentivi siano diventati – per esempio – una componente strutturale anche nella domanda di serramenti. Basta pensare, riporta UNICMI, che circa il 40% del fatturato dei costruttori di serramenti metallici è generato da interventi incentivati. Per questo motivo il loro mantenimento è essenziale per accompagnare la ripresa del mercato, che continuerà ad essere trainato principalmente dal settore del recupero residenziale, dove gli incentivi fiscali sosterranno la spesa per investimenti.

Rapporto UNICMI 2021


Fonte: teknoring