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Torri Gemelle: cosa c’è a 20 anni da Ground Zero

La ricostruzione del WTC distrutto dall’attacco terroristico è pressoché completata e ha portato a New York il Gotha dell’architettura internazionale

L’11 settembre 2001 l’attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York sancì per il mondo la fine di un’epoca e l’ingresso in una nuova. Due aerei di linea vennero dirottati dall’organizzazione terroristica Al Qaida e abbattuti su uno dei più importanti simboli della Grande Mela, il World Trade Center, conosciute al mondo come le Torri Gemelle. L’attacco causò la morte e il ferimento di migliaia di persone, nell’immediato e per le conseguenze dei soccorsi in un contesto estremamente pericoloso. E fece collassare in pochissimo tempo di fronte agli occhi del mondo i suoi due edifici più simbolici.

Il World Trade Center di Minoru Yamasaki

Le Torri Gemelle vennero progettate dall’architetto di origine giapponese Minoru Yamasaki con Emery Roth & Sons a Lower Manhattan. La committenza era l’Autorità portuale di New York e del New Jersey. Erano due grattacieli di 110 piani completati nel 1970 e nel 1972 occupati negli anni novanta principalmente da società finanziarie legate alla vicina Wall Street. La loro architettura era definita, oltre che dall’altezza, dalla base quadrata e dalle facciate rivestite di lucenti elementi in lega di alluminio.

Al momento dell’attacco, il World Trade Center di Lower Manhattan era un complesso composto da sette edifici. Oltre alle due torri, ne facevano parte altri 5 volumi di dimensioni più ridotte. Ospitavano privati ma anche molti uffici pubblici tra cui la dogana, compagnie governative e il centro emergenza della città.

L’attentato colpì un’opera di architettura, una delle più iconiche della città che per 30 anni fu simbolo del potere economico e finanziario e caratterizzò lo skyline della parte sud della città.

Dopo 20 anni da quel tragico evento, a che punto siamo nel processo di ricostruzione?

2002-2003: il concorso per il masterplan di Ground Zero

Dopo lo shock iniziale, il pensiero va molto rapidamente verso l’idea di ricostruire un’area distrutta, in posizione pregiatissima e dall’alto valore immobiliare. La proprietà, che diviene committenza delle nuove trasformazioni, è la medesima.

L’area da ricostruire, da subito chiamata Ground Zero, ha dimensioni ragguardevoli: 900.000 mq. L’unicità dell’evento e gli enormi interessi pubblici e di immagine porta l’immediato intervento del governo federale, che destina fondi alla sua ricostruzione gestiti dalla nuova Lower Manhattan Development Corporation (Lmdc). Nel 2002 Lmdc bandisce insieme alla Port Authority un concorso per l’elaborazione del masterplan dell’area, in cui si impone la proposta “Memory Foundations”.

Il masterplan “Memory Foundations” di Daniel Libeskind

Presentata dallo studio di Daniel Libeskind, selezionato in mezzo a 2.000 partecipazioni, ha guidato lo sviluppo dell’area cercando di dare equilibrio a due istanze imprescindibili. Da una parte l’indispensabile ricordo della tragedia, dall’altra la necessità di creare una nuova e vitale parte di città.

Ad oggi, le linee guida del progetto sono state sostanzialmente mantenute, sebbene modificate dall’intervento di SOM per volere del costruttore Larry Silverstein. La Port Authority di New York e del New Jersey prima dell’attacco aveva infatti incaricato di un ridisegno complessivo dell’area a Silverstein Properties. La società aveva coinvolto David Childs (SOM), diventando, insieme a Childs e SOM, attore  spesso ingombrante in un processo di ricostruzione segnato da precisi accordi tra le parti.

Il piano mantiene la doppia anima e realizza nuove costruzioni nella forma di una serie di edifici alti, in tutto sette come nello storico WTC, rivolte verso l’area della memoria. Questa rimane quasi libera da nuove edificazioni e accoglie un museo e un memoriale che insiste sull’area occupata dalle distrutte torri gemelle.

Il processo di riedificazione di Ground Zero si avvia in tempi rapidissimi. Per tutto il suo dipanarsi deve mantenere un difficile equilibrio tra due distinte entità: l’autorità portuale e la società di sviluppo immobiliare che fa capo a Larry Silverstein. Attira a New York alcuni dei nomi più importanti del panorama architettonico internazionale.

Il nuovo WTC: memoriale, museo e Transportation Hub

Il 2003 è un anno di attività fervente. A strettissimo giro, Lmdc bandisce una seconda competizione per il progetto del memoriale, che a inizio 2004 viene affidato a Reflecting Absence di Michael Arad e Peter Walker. Due grandi vasche con un’acqua che non le riempie, metafora di un vuoto mai colmo, ridisegnano le esatte impronte delle torri circondate da una piazza pedonale aperta. Il memoriale è la prima delle architetture a essere completata. Viene dedicato e inaugurato in una data simbolica: l’11 settembre 2011, decimo anniversario dell’attacco.

Nel 2004 è anche affidato a Snøhetta l’incarico della progettazione dell’unico edificio previsto sulla piazza del memoriale, il padiglione di accesso al National September 11 Memorial Museum. Viene aperto nel 2014 a ingresso del museo sotterraneo progettato da Davis Brody Bond Architects.

Nel corso del 2003 la Port Authority seleziona Santiago Calatrava per il progetto di Oculus, il nuovo WTC Trasportation Hub che concentra l’accesso all’area. Aperto nel 2016, è un edificio importante ma controverso non risparmiato dalle critiche.

Il nuovo WTC: le torri e il Performing Arts Center

Sempre nel 2003 David Childs (SOM) viene infine incaricato da Silverstein Properties del progetto dell’edificio più alto e iconico di Ground Zero, la Freedom Tower che nel 2009 diventa One World Trade Center. Il grattacielo viene completato nel 2014, elevato per la simbolica altezza di 1.776 piedi (1776 è l’anno della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America dal Regno Unito). Childs è anche il progettista di 7 WTC, edificio di 52 piani che viene aperto nel 2006.

Nel 2004 sono affidati da Silverstein Properties i progetti di 3 WTC e 4 WTC, rispettivamente a RSHP (Rogers Stirk Harbour + Partners) e Fumihiko Maki & Associates. Gli edifici sono completati nel 2013 e nel 2018.

La fine del 2005 segna l’avvio del tormentato percorso di 2 WTC, l’edificio dalla storia più complessa. L’incarico vede infatti l’alternanza di due grandi nomi dell’architettura mondiale, Norman Foster e Bjarke Ingels, che tra 2005 e 2016 producono due progetti distinti con molta incertezza su quale sarebbe stato realizzato. Il cantiere viene allestito nel 2008 e tutt’oggi l’edificio non è completato. Ufficialmente il nuovo WTC pubblica la proposta di BIG, ma recenti fonti stampa riferiscono che invece Foster sta lavorando al ridisegno della sua torre. Non hanno infine mai visto realizzazione le torri 5 e 6.

Il 2016 vede il completamento degli incarichi della ricostruzione di Ground Zero. Rex Architecture presenta il progetto per il nuovo Ronald O. Perelman Performing Arts Center, che, una volta aperto, diventerà l’hub culturale di un Ground Zero oggi quasi completamente ricostruito.

Fonte: https://www.teknoring.com/news/riqualificazione-urbana/torri-gemelle-20-anni-ground-zero/